IL MIO PG
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IL MIO PG
L'altro giorno, poco prima di partire, i' Poli mi fa: "Bello il tuo personaggio nuovo delle FulzioLande. Se solo tu riuscissi a toglierti di dosso la chiericità...".
E l'alltro giorno il Nasone mi dice: "Che palle, ma c'hai tutti personaggi chierici!"
Riflettendoci un po' ho pensato: "E' vero...non del tutto ma abbastanza"
E alllora mi son chiesto: "Perchè?". E poi : " Ma più in generale, cosa ci spinge a creare un certo personaggio in un certo momento?'"
Cosa sono per noi questi esseri irreali ma vivissimi?
Usate questo topic, se vi va, per raccontare come nascono, cambiano e magari muiono, i vostri pg.
Cosa sono per voi.
Perchè sono così? Cosa stavate facendo, vivendo, quando partoriste l'idea di quell'halfling che odora di terra e bosco? Che libro stavate leggendo quando il vecchio ladro dandy s'impose nella vostra mente?
E quella sera in cui nacquero i due fratelli mezz'elfi?
E che fa in questo momento Malkom mentre il suo creatore scrive sul forum? Cosa pensa? Quale libro sottratto dalla biblioteca Vesproscuro sta leggendo?
Potreste pensare, ad esempio, che i miei svariti pg chierici (Vlaah, Corkan, Nadir, solo per citarne tre) siano frutto della mia innata pallosità. E, in un certo senso è vero. Ma in realtà esprimono anche un modo in cui vorrei essere. Gente che ha la capacità, la costanza, di dedicarsi ad una causa giorno per giorno, in ogni singolo momento. Un disciplina inteirore che io agogno, ma che, esendo nato con un gibbone indolente sulla schiena, mi sogno.
E qui entra in ballo un altra domanda: creiamo pg per avere un alter-ego che è come vorremmo essere, un Dario superfigo che finalmente esprime ogni sua potenzialità, o per mostrare un aspetto della nostra personalità che invece ben conosciamo, per interpretare noi stessi alla massima potenza? Creiamo alter-ego (Elias, Malkom) o iper-ego(Corkan) ?
Ovviamente questa è una scala, con infinite variazioni di grigio fra il bianco e il nero che stanno ai due capi.
E se invece i pg fossero come frattali? Forse in ogni pg prendiamo una parte della nostra persona e la ingigantimo come uno specchio distorto, ma anche quest'immagine ha milioni sfaccettature...e allora via all'infinito, proprio come un frattale che ripete all'infinito la struttura inziale (più o meno, come sapete sono un fine matematico)
VABBE, BASTA PIPPE, DITE LA VOSTRA!
E l'alltro giorno il Nasone mi dice: "Che palle, ma c'hai tutti personaggi chierici!"
Riflettendoci un po' ho pensato: "E' vero...non del tutto ma abbastanza"
E alllora mi son chiesto: "Perchè?". E poi : " Ma più in generale, cosa ci spinge a creare un certo personaggio in un certo momento?'"
Cosa sono per noi questi esseri irreali ma vivissimi?
Usate questo topic, se vi va, per raccontare come nascono, cambiano e magari muiono, i vostri pg.
Cosa sono per voi.
Perchè sono così? Cosa stavate facendo, vivendo, quando partoriste l'idea di quell'halfling che odora di terra e bosco? Che libro stavate leggendo quando il vecchio ladro dandy s'impose nella vostra mente?
E quella sera in cui nacquero i due fratelli mezz'elfi?
E che fa in questo momento Malkom mentre il suo creatore scrive sul forum? Cosa pensa? Quale libro sottratto dalla biblioteca Vesproscuro sta leggendo?
Potreste pensare, ad esempio, che i miei svariti pg chierici (Vlaah, Corkan, Nadir, solo per citarne tre) siano frutto della mia innata pallosità. E, in un certo senso è vero. Ma in realtà esprimono anche un modo in cui vorrei essere. Gente che ha la capacità, la costanza, di dedicarsi ad una causa giorno per giorno, in ogni singolo momento. Un disciplina inteirore che io agogno, ma che, esendo nato con un gibbone indolente sulla schiena, mi sogno.
E qui entra in ballo un altra domanda: creiamo pg per avere un alter-ego che è come vorremmo essere, un Dario superfigo che finalmente esprime ogni sua potenzialità, o per mostrare un aspetto della nostra personalità che invece ben conosciamo, per interpretare noi stessi alla massima potenza? Creiamo alter-ego (Elias, Malkom) o iper-ego(Corkan) ?
Ovviamente questa è una scala, con infinite variazioni di grigio fra il bianco e il nero che stanno ai due capi.
E se invece i pg fossero come frattali? Forse in ogni pg prendiamo una parte della nostra persona e la ingigantimo come uno specchio distorto, ma anche quest'immagine ha milioni sfaccettature...e allora via all'infinito, proprio come un frattale che ripete all'infinito la struttura inziale (più o meno, come sapete sono un fine matematico)
VABBE, BASTA PIPPE, DITE LA VOSTRA!
Çorkan il Bianco- Cubo gelatinoso
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Re: IL MIO PG
creiamo personaggi capaci di centrare una moneta a venti metri con un colpo di pistola, di sparare palle di fuoco devastatrici di eserciti e di sbarbare scale a chiocciola a mani nude. direi che un po' di iper-ego c'è. poi viene anche la voglia di creare gl'inetti, ma alla fine si rivelano tutti degli scarsoni a progetto, tutti pronti a riscattarsi ad un qualche livello, fosse anche solo morale. interpretare un eroe, anche quando lo si fa optando per la meno tradizionale delle sue possibilità di manifestazione, credo faccia parte del gioco. va a finire che lo sentiamo inevitabile. le regole e l'impostazione del gioco chiamano determinati schemi narrativi che a loro volta non riescono a non attirare individuali rivoluzioni.
collaborano certamente poi, a un livello più sottile, componenti più finemente psicologiche che riguardano il voler vedere in qualche modo realizzate certe parti di noi che magari nel quotidiano stentano ad affermarsi. sia che sia colpa nostra, sia che il mondo ci giochi ostinatamente contro. insomma qualcosa di molto simile a quello che penso di aver capito della teoria sulle nostre frattali e frattagliate personalità. in ogni caso un'altra parola come "frattali" e ti banno tutto il lessico matematico che conosco (il che, ahimè, ti bloccherebbe solo fino alle disequazioni di secondo grado...)
momentaneamente non mi va più, ma credo siano cose sulle quali un po' si è certamente riflettuto.
dallo psicodramma allo psicoforum. ma non è che si è in odor di pippe? o son le pippe che ci rendono magnifici?
Re: IL MIO PG
Kenzo ha scritto:
creiamo personaggi capaci di centrare una moneta a venti metri con un colpo di pistola, di sparare palle di fuoco devastatrici di eserciti e di sbarbare scale a chiocciola a mani nude. direi che un po' di iper-ego c'è. poi viene anche la voglia di creare gl'inetti, ma alla fine si rivelano tutti degli scarsoni a progetto, tutti pronti a riscattarsi ad un qualche livello, fosse anche solo morale. interpretare un eroe, anche quando lo si fa optando per la meno tradizionale delle sue possibilità di manifestazione, credo faccia parte del gioco. va a finire che lo sentiamo inevitabile. le regole e l'impostazione del gioco chiamano determinati schemi narrativi che a loro volta non riescono a non attirare individuali rivoluzioni.
collaborano certamente poi, a un livello più sottile, componenti più finemente psicologiche che riguardano il voler vedere in qualche modo realizzate certe parti di noi che magari nel quotidiano stentano ad affermarsi. sia che sia colpa nostra, sia che il mondo ci giochi ostinatamente contro. insomma qualcosa di molto simile a quello che penso di aver capito della teoria sulle nostre frattali e frattagliate personalità. in ogni caso un'altra parola come "frattali" e ti banno tutto il lessico matematico che conosco (il che, ahimè, ti bloccherebbe solo fino alle disequazioni di secondo grado...)
momentaneamente non mi va più, ma credo siano cose sulle quali un po' si è certamente riflettuto.
dallo psicodramma allo psicoforum. ma non è che si è in odor di pippe? o son le pippe che ci rendono magnifici?
Vero,però per Iper-ego intendevo un'altra cosa, non solo un io capace, appunto di sbarbare scale a chiocciola a mani nude. Quella è appunto la componente eroica insita nelle regole del gioco. Poi però finito di combattere o volare sui draghi i nostri eroi parlano fra di se, pensano, amano e odiano. E ognuno lo fa in modo diverso. E questo non lo decidono le regole del gioco, ma noi.
Esempio: Elias, o Malkom, non sono io. O meglio, rappresentano più quello che vorrei essere. Il primo un tizio completamente libro, con tutto il tempo che vuole da spendere solo per se, e che se si butta in un avventura è perchè gli va. Il secondo uno che ha uno coscienza mediamente suepeirore del mondo in cui vive rispetto a tutti gli altri. Alter-ego, perchè, a parte il desiderio di essere in un certo modo, non sono (del tutto) parte di me.
Corkan è iper-ego. Sono io, come se qualcuno mi scavasse con una vanga (cosa che di sicuro molti hanno volgia di fare dopo l'aperturta di questo pesantissimo topic) e trovasse un diamante, che purtroppo, all'esterno non riluce ne fa sentire le sue influenze (come'era quel discorso della poesia medievale della corrispondenza fra pietre preziose, pianeti e caratteri?)
Comunque, questo bellissimo topic, può anche essere usato per postare storie di pg che non avete mai fatto, giacenti in un cassetto, per ricordare pg morti o presentarne di nuovi. Insomma non solo per pippe pissicologgiche.
Çorkan il Bianco- Cubo gelatinoso
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Re: IL MIO PG
Frattali no.
Che bellezza i personaggi... sì io li uso non come un mega me intero, ma come una parte di me che mi va di esplorare. Barlo è la parte di me caotica, indecisionista ed egocentrica. E amante del bosco e dello sporco come magma di vita.
Bisogna anche dire che in certi e mitici casi è il personaggio stesso che ti modifica e ti aiuta a superare o affrontare paure e difficoltà:
io ho sempre avuto paura dei mostri vicino al letto, ma da quando Barlo fa la guardia con la sua fidata Celanya accanto a me non temo più nulla!
E voi in cosa siete cambiati a partire da un pg?
Che bellezza i personaggi... sì io li uso non come un mega me intero, ma come una parte di me che mi va di esplorare. Barlo è la parte di me caotica, indecisionista ed egocentrica. E amante del bosco e dello sporco come magma di vita.
Bisogna anche dire che in certi e mitici casi è il personaggio stesso che ti modifica e ti aiuta a superare o affrontare paure e difficoltà:
io ho sempre avuto paura dei mostri vicino al letto, ma da quando Barlo fa la guardia con la sua fidata Celanya accanto a me non temo più nulla!
E voi in cosa siete cambiati a partire da un pg?
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Re: IL MIO PG
no, un personaggio singolo, credo di no.
però il tentare di ragionare come qualcun altro, provare a vedere le cose con altri occhi, attingere da volontà che seguono percorsi diversi dai nostri, questo qualcosa cambia. chiaro non è una cosa solo dei giochi di ruolo: c'è il teatro, la letteratura, il cinema, la musica e l'arte tutta. c'è il mettersi a pensare.
ma talvolta capita anche di giocarci, ad arte.
spettacolo di arte varia. possibilità di evoluzioni.
Re: IL MIO PG
Cambiare grazie ai personaggi non credo mi sia mai successo. Ma potrebbe trattarsi anche di cambiamenti tanto impercettibili da non rendersene conto. In fondo molti di loro stanno con me da dieci anni o poco meno. Qualcosa avranno pure lasciato...
Çorkan il Bianco- Cubo gelatinoso
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