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FORGOTTEN REALMS

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Messaggio  Ospite Lun Gen 04, 2010 12:29 am

Allora, anche se in questa sezione ci sono troppi topic, credo che Forgaden ne merito uno tutto suo

Partiamo giusto giusto dalla seduta di ieri. A me è garbata un casino e in certi momenti mi sono emozionato (tipo durante la cena Very Happy ). Il colloquio coi Guerrieri delle Sabbie, la visita alla città nel deserto e l'addio a Taranis, il viaggio a Dagger Falls a recuperare l'incudine, il suonamento del corno (ho visto come fosse vero Urtuk Loartak che butta tutti fuori dalla locanda, chiude e parte insieme a Jerrit). Anche l'ambasciata degli Shadovar è stata bella, e il concilio dopo, con le schiette parole di Darkorion
E pure Ulan si rivela essere un pg interessante.
Comunque Bravo Master, visto soprattutto che molte di queste parti sono state "soltanto" storytelling narrato, senza gioco effettivo....

E voi ??(e per una volta quand'è tornato in tedeschia, mi piacerebbe sentire anche quel maledetto di Seyan!!!)

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Messaggio  ilmat Lun Gen 04, 2010 7:41 am

Mi fa molto piacere sentirti dire tali cose.

Quello che può dire il master è che cazzo se son stato bene e cazzo se mi è piaciuto lo storytelling che fa succedere le cose. E' sicuramente un modo giusto e anche piuttosto semplice di NON FARE SEMPRE TUTTO e convogliare l'attenzione sugli eventi più pastosi. Niente di veramente nuovo, ma con effetti positivi evidenti. Di sicuro è un bel cambio d'impostazione che adotterò di buon grado.

Già da tempo sto pensando che la nuova parola d'ordine doveva essere SCORRERE (è infatti scritta sul famoso dragonlance maddiché, zibaldone di forgotten) perché c'eravamo tutti rotti i coglioni...insomma: mi serviva. Mi serviva anche giocare, e stare con voi bastardi. Ma i due giorni prima della seduta ero quasi preoccupato...

volevo salutare paolo fox ma soprattutto branko (genitore di ulan bathor nb) che ci mettono in contatto con le stelle, e ci fanno credere che queste siano dalla nostra parte.

Tutto diventa più facile.

Inoltre grazie a voi nobili giocatori, innanzitutto ad Ulan che è nuovo ma fa di tutto per ambientarsi! A fulzio e Marzio che mi hanno costretto a masterare dopo lungo tempo....E poi a tutti quelli che cercano di migliorare i mondi che giochiamo arricchendoli di particolari totalmente azzeccati, e a chi si riesce ad emozionare ancora in una stanza posacenere (disse cheru) soltanto utilizzando la solita vecchia fantasia.

Che non è poco.

Ciao taranis, torna presto!

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Messaggio  Ospite Lun Gen 04, 2010 11:55 am

io Venerdì vorrei contraccambiare con Seduta di MdT a MontePulico, se vi va.

In quel giorno sono infatti libero. Si accende il camino, ci si immagina una Firenze non troppo lontana....

C'è una seduta, bellissima nella mia mente, che ho più o meno pronta da tempo

Vi invierò anche sms comunque....

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Messaggio  Fulzio Aureliano Landi Mar Gen 05, 2010 3:41 am

Che bello.
Credo che lo storytelling sia figo soprattutto grazie alla nostra pluri-esperienza, acquisita in anni di dure sedute, che ci permette di focalizzare (un'altra bella parola chiave) quelli che sono i momenti clou di una seduta, senza rinunciare al gusto per il particolare, in cui ognuno è bravissimo a perdersi. Bravo mastermat! Oramai i tempi sono maturi, come noi del resto.
SCORRERE-FOCALIZZARE-COSTANZA
quest'ultima è la mia parola chiave preferita, tanto che ci vorrei chiamare mia figlia un giorno...Rolling Eyes: in questo caso la costanza di giocare, di divertirsi, di fantasticare, di costruire nuovi mondi (cosa quest'ultima non così semplice come si crede)

come disse il grande Jimy: Blues is easy to play..but not too feel (chi ha orecchie per intendere ..)

Quello che paradossalmente mi è piaciuto di più è stata l'assenza di Taranis-Tommi, un personaggio per Godrock-Fulvio fondamentale. Non essendo realmente presente alla seduta, ha contribuito ad esasperare la malinconia della sua partenza, la tristezza dell'abbandono, ma anche l'adempiere ad un destino più grande, inarrestabile. Bello, mi sono commosso.
Gran cosa poi tornare dai compagni, organizzare la difesa, sentirsi a casa. Andare oltre.

Comunque io quella città la tiro giù.

Alla prossima buidiulo (ok per MdT ma proprio di venerdì sera????non per fare il Gianca della situazione...comunque sentiamoci)
e non dimenticate
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Messaggio  taranis Mar Gen 05, 2010 4:43 am

mi son perso la mia perdizione ? affraid


1000 crediti della repubblica a chi trascrive per primo la seduta di forgotten alien study

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Messaggio  ilmat Mar Gen 05, 2010 7:45 am

ci sto lavorando...
ma mi piacerebbe se un folle giocatore me la facesse vedere dal suo punto di vista!
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Messaggio  Ospite Mar Gen 05, 2010 9:59 am

Beh, proprio a proposito di Jimi, mi sono scordato di chiedere a lui se venerdì lavora la pub. Cmq credo proprio di sì. Avevo proposto quel giorno perchè non lavoro, ma si può fare la semana successiva, appena mi danno gli orari.

Comunque voto al momento più esilarante della seduta: Seyan (Cheru... Crying or Very sad) 5 min d'orologio dopo che Ulferan c'ha fatto tutta la spiega sui Netheresi, dicendoci in sostanza che il destino del mondo dipende da noi solo da noi e dalla difesa della NOSTRA roccaforte nanica, in mezzo alla discussione sul da farsi si alza e grida "QUESTA NON E' LA NOSTRA GUERRA!!"

Sui volti stupefatti dei suoi compagni si dipinse lo stupore. Era riuscito a dimenticarsi tutto, e così in fretta...

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Messaggio  ilmat Mar Gen 05, 2010 10:57 am

a proposito di seyan:

https://www.youtube.com/watch?v=8EHEtG6YCnk&feature=related

finalmente l'ho trovato!!!

un film dell'anno in cui siamo nati...e c'è un giovane seyan (con tanto di riccioli e lancia...)

il film si chiama: il drago del lago di fuoco. (dragonslayer)

non può mancare nella nostra cineteca!!!

sempre più nerd

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Messaggio  prototipoli Mer Gen 06, 2010 8:32 pm

bravi bravi, tutto molto bello..
soprattutto l'attacco di ralkite di armuril, la così detta mezzorchite intradrimensionale...
per quanto riguarda il venere, non ci sono. sono al pub..
viva taranis e seyan che sono distanti anni luce dai nostri tavoli da gioco... marghe, aspettiamo tu ti metta al lavoro per il teletrasporto.
viva armuril, generale dei nani
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Messaggio  prototipoli Mer Gen 06, 2010 8:35 pm

prototipoli ha scritto:viva armuril, generale dei nani
Armuril

Va' elfo, e fa' vedere a tutti cosa può fare la tua magica spada... e se quella delle Valli non te la vogliono dare, chiamami, che con Goddy ci parlo io...
Ralko Morrigan, il Re Lupo
Ambasciatore delle Terre Selvagge per la Città di Arbadel, Liberatore di Shrin ed Eroe Protettore della Libera Città di Zara.


Ops... Devo andare... Chrony, di là, ha ancora fame di halforc wurst... Turry non la soddisfava abbastanzalas (sto studiando l'elfico)
Vostro
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Ambasciatore delle Terre Selvagge per la Città di Arbadel, Liberatore di Shrin ed Eroe Protettore della Libera Città di Zara


Ultima modifica di prototipoli il Gio Gen 07, 2010 3:20 am - modificato 2 volte.
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Messaggio  prototipoli Gio Gen 07, 2010 3:14 am

ilmat ha scritto:a proposito di seyan:

https://www.youtube.com/watch?v=8EHEtG6YCnk&feature=related

fatto... scaricato, però in inglese..
tra l'altro candidato a due oscar...
e il protagonista è peter macnicol... cioè... seyan... cioè il Kebnzo assomiglia all'avvocato sfigato di elli mecbil...
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Messaggio  ilmat Gio Gen 07, 2010 10:05 am

sì...seyan basso e ragazzino....
quand'era giovane!
E' ganzo il film, per essere dell'81...
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FORGOTTEN REALMS Empty il Terribile Tradimento di T

Messaggio  ilmat Ven Gen 08, 2010 12:13 am

Ecco un resoconto dettagliato per Taranis:

Dall’altra parte del tempo:

Dopo lo scontro con il Verme della sabbia (che ha inghiottito Seyan e traumatizzato Taranis) e il suo orrendo cavaliere i nostri hanno passato la notte nel territorio dei predoni, impauriti dal potere dei quattro. All’alba del 4 Alturiak si continua il viaggio a volo di vampiro verso la leggendaria città di Shar-Caltàbian, guidati da Mbebe e dalle ridotte informazioni di Taranis.
Tutto procede bene finché alcune tenebre da caccia, che annusano le tracce di magia arcana, attaccano i nostri. Lo scontro indebolisce molto gli eroi (risucchi di forza) che però sfoggiano il potere delle loro armi incantate... fino all’arrivo improvviso di due Uomini della Polvere che cavalcano draghi folli di rabbia da scatenare contro le tenebre sul loro territorio. Queste creature umanoidi, fatte di buio, temono moltissimo i cavalieri dei draghi, che hanno il potere di dissiparle al solo tocco. Gli occhi dei guerrieri di Sabbia si illuminano con i forti sentimenti.

“Il nemico del mio nemico è mio amico” traduce Mbebe, una volta che tutti sono a terra, circondati dai corpi dei due temibili Dragoni che modellano il terreno a loro piacimento.
I guerrieri sono gli Antichi, un popolo autoctono del deserto.

Sono interessati alle strane armi magiche degli eroi e le guardano con curiosità e rispetto, come fanno con lo stregone Taranis.

Loro non usano magia arcana, sono un popolo ribelle alle assurde pretese di potere degli Shadovar (abitanti della cittadella volante di Shade).
Il valore massimo per i guerrieri di Polvere è la libertà del deserto, contrapposto alla prigionia degli uomini che vivono nella città di Shar-Caltàbian, schiavi della droga chiamata Pietrastella, che si estrae dal centro stesso della città. E’ la Pietrastella che corrompe gli uomini fino a tramutarli in tenebre.

Gli uomini di Polvere si vestono con tessuti color deserto e non hanno monili in vista, solo tessuti intrecciati come ornamento e forse grado militare. Vi è un Grande Verde ad ovest da dove giungono i pirati (come Godrock), sui loro velieri del Cielo, che quando viene nominato è sempre seguito da strani segni di scongiuro.
I guerrieri sono schivi riguardo ai loro usi e costumi, ai loro segreti. Si adombrano con facilità. Ma sembrano un popolo di valorosi anche se i loro modi sono barbari ai nostri occhi. Induriti dalle condizioni di vita hanno sviluppato un forte senso di comunità e di appartenenza alla loro casa di sole sabbia e ciottoli, e cavalcano draghi!

Si capisce che i megadonti sono la spiegazione di molti enigmi ecologici, primo fra tutti la muraglia che separa il deserto dal Verde. E’ il costante nutrirsi dei megadonti che ha logorato la terra del deserto e ha abbassato il livello del terreno. Dove questo non è digeribile dalle creature vi sono alti obelischi di pietra, la rimanenza dei pasti. Uno di essi è la città di Shar-Caltàbian, letteralmente un fiore di roccia che sbuca dal deserto in prossimità della muraglia.
Vi sono più livelli in questa roccia città:

la base, molti “petali intermedi” dove si sviluppano i grandi campi coltivati,

il livello infernale della Cava di Pietrastella, sempre circondato da un nugolo di tenebre da caccia, dove un continuo viavai di velieri pirata-nano porta immensi tronchi d’albero a sostenere le falle strutturali che comporta il continuo usurare di Pietrastella (che sorregge


la Città Alta), si configura quindi un nodo di legname sudicio, un porto sospeso coperto di carrucole, travi, creature volanti e cacanti. Pur essendo un inferno si dice che la felicità si nasconda proprio in quel luogo. La vicinanza alla Pietrastella dà agli uomini una sensazione di benessere (ma anche malessere) paragonabile a quella dei bambini. Un amplificatore di sensazioni per i cuori inariditi, che infatti provengono da tutto il mondo conosciuto a lavorare alla Cava.
Qualcuno dice che la Pietrastella si nutra delle anime degli uomini che vi lavorano vicino e che invece di diminuire aumenti di volume rispetto alle anime che succhia via dai corpi...ma è solo una diceria.
La Pietrastella diminuisce e dona alla città un destino di definitiva distruzione, un collasso della città alta che precipiterà una volta che la Pietrastella e tutta la struttura di legno e ferro non potrà più sorreggerne il peso. La Pietrastella è un focus magico eccezionale.

Il livello della Città Alta: la corolla del fiore di roccia: una città soleggiata e verdeggiante, piena di case su più piani, gallerie da volo, locande che possono ospitare migliaia di persone , mercanti e cercatori di ricchezze, ladri e soprattutto i loro volanti mezzi di trasporto. innumerevoli mercati aumentano il piacere di visitare la città. Tutto si può trovare nella città di Shar-Caltàbian, a parte la Magia e il Mare.
La magia è infatti proibita nella città. Il minimo incantesimo viene percepito dalle tenebre da caccia e colui che lo lancia viene catturato e fatto sparire. Soltanto gli Shadovar hanno il privilegio di farne uso.

I guerrieri della sabbia hanno scortato gli stranieri nei pressi della città dopodichè sono tornati nel loro deserto. Il contrasto tra la Città Alta e la cava di Pietrastella è netto.
Una volta scesi in città e lasciati gli animali nel luogo più alto si sono accorti che la città è molto viva, luogo di scambi e commercio, ci convivono tutte le razze.

Taranis prende in mano la situazione e balbettando mille lingue fra cui il Netherese mostra il suo anello araldico in giro. Gli viene indicata la via verso il palazzo di Ravnica per arrivare dal Dio Re Corabras, la principessa Nul. E’ nella parte più alta della città, circondato da una verde foresta straripante di fiori ed erbe rampicanti. Alle porte del palazzo appena viene visto il simbolo, venite scortati nelle sale degli ambasciatori e godete della presenza di schiavi. Al momento giusto vengono fatti entrare al cospetto del Dio Re. La torre è un duomo di Colonia immerso nella vegetazione ed è abitato da belve feroci addomesticate. La bellezza ultraterrena della principessa vi obbliga tutti ad inginocchiarvi. Ha il volto coperto e i capelli tagliati corti in foggia militare, è seminuda, coricata su decine di soffici cuscini. Sembra che Taranis la conosca. Lei invita ad entrare il suo Maestro. Fa il suo ingresso Ulferan e Taranis, per la prima volta, ha uno sguardo sbalordito, che dura sì e no due secondi.

“Sono stato costretto a tornare sui miei passi. Questo è un lontano futuro e la cittadella di Shade ha deciso di riconquistare il suo impero anche nel nostro tempo. Per impedire che i Netheresi conquistino tutto mettendo fine ai nostri precedenti equilibri dobbiamo evitare che trovino i Mythallar, motori delle città volanti. I Netheresi vogliono riportare molte città nel nostro passato per restaurare l’antico impero, ma servono loro i Mythallar e la Pietrastella. Dobbiamo mettere da parte l’odio che corre fra noi.”

A Taranis viene chiesto di rimanere per insegnare la magia.



Taranis fa due passi avanti e si volta verso gli altri prendendo la mano della principessa. La scelta è fatta. Corkan fa una lacrima.


Dà uno sguardo indimenticabile a dire che lui rimane Taranis, colui che cerca la conoscenza, l’amico che ha più volte salvato tutti gli altri, la mente che li ha uniti.

“Comprendetemi” sembra dire il suo sguardo “Ci sono cose che anche io non capisco ma che devo sapere. Il patto che ci unisce perde peso quando si verificano contingenze come questa.”

Godrock è distrutto da quello che ritiene il più grande tradimento.
Il patto con Yarduin è rotto e il suo animo distrutto dall’abbandono dell'amico.

Godrock esclama: “Non finisce qui, con la nostra assurda alleanza, la guerra tra di noi Ulferan!”

Risponde la principessa: “Non preoccuparti. Niente è dimenticato.”

Taranis porge a Godrock il frammento di spada che possiede e sussurra: “Riforgiatela per l’unità delle Valli.”

Lo shadovar rinnegato, fonte di molte informazioni, rispedisce i nostri all’obelisco di Nashell. Nel presente. Senza Taranis.
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FORGOTTEN REALMS Empty il re Rosso contro il re Bianco

Messaggio  ilmat Ven Gen 08, 2010 12:29 am

per chi avesse voglia di rinfrescarsi la memoria sulla battaglia contro Krenan, posto il racconto della stessa. ci sono utili richiami all'architettura della tomba e ai caratteri dei vostri pg.

Re Rosso contro Re Bianco:

La sala era vasta e fresca, circolare, dal soffitto alto a volta, scavato e intarsiato nella viva roccia da mani che ormai da tempo erano divenute polvere. Una grande scala dai gradini larghi scendeva dal portale fino al pavimento liscio, coperto di un sottile strato di polvere. La sala in fondo alla montagna era tagliata da una luce che sgorgava dal centro del soffitto e ricadeva dritta sul sarcofago del Re.
Krenan dormiva il suo sonno eterno in cima ad una piramide di scale alta sei volte un uomo, sulla cui sommità era adagiato il letto di morte del Nano, al centro di una piccola arena quadrata. La luce ricadeva in modo da essere riflessa tutto intorno fino alle estremità della Tomba illuminando parzialmente una lunga fila di guerrieri in armatura che circondava il Re lungo tutta la parete circolare della cripta. Era uno spettacolo bello e terribile; i cento migliori guerrieri del Vecchio Popolo che vegliavano il loro Re supremo. Cento eroici soldati che avevano sfidato la morte per servire il loro onore.
“solo vecchie mummie ammuffite…” disse Taranis, nascosto nel suo manto per coprirsi dal freddo e dall’aria stantia della cripta, “…uno spettacolo superbo” concluse il Nano Godrock, con voce profonda e rapita dal fulgore della luce sulle antiche armature forgiate qualche millennio addietro…

Il primo a muoversi giù lungo le scale fu Armuril.
L’elfo aveva ormai fatto l’abitudine alle profondità della terra che in principio tanto detestava. Il Sottosuolo ridestava in lui un senso di calore e di sicurezza che gli era finora estraneo; le sue origini d’elfo scuro si riaffacciavano con forza ogniqualvolta varcava la soglia per il mondo di sotto, e anche il suo carattere di solito gioviale e allegro cambiava di botto avvicinandosi alle ombre e al potere nascosto nel magnetismo dell’Oscurità sotto il Mondo. Uno spirito nuovo e selvaggio lo rendeva attento e guardingo come una pantera, e molto più taciturno e ombroso del solito.

“Dannazione nera del sole oscuro di Cyric” sbottò Corkan, “Verrò mangiato dalla ruggine se non mi asciugo la corazza, non faccio che tremare di freddo da quando siamo scesi in questo buco umido”, carezzò il piccolo drago dalla pelle squamosa e dai larghi occhi a fessura che gli stava aggrappato sulla spalla, per nulla turbato dalla situazione. “Non fai che lamentarti Cor” lo apostrofò il biondo guerriero, e levandosi dalle spalle l’ingombrante scudo rotondo lo sorpassò appoggiandosi alla lancia come fosse un bastone, “come quando non riuscivi a salire sugli alberi a Yanos”.

Armuril ruppe gli indugi e fu presto seguito dal resto della Compagnia, che si avviò con cautela lungo le scale e via via più vicino al sarcofago al centro della sala. Non si scambiarono una parola finché non raggiunsero la sommità della piramide su cui dormiva il Re. Krenan aveva una barba rossa e trecce di capelli dello stesso colore: dentro al suo letto di pietra brandiva una grande ascia dalla doppia lama ed era rivestito da un’armatura rossa e nera che non mostrava una sola zona che non fosse incisa e decorata di ghirigori misteriosi. L’elmo copriva i lineamenti disfatti dal tempo ma l’aura di splendore e ricchezza che emanava dal feretro affascinò ogni componente della lisa e sporca compagnia. In un attimo tutti si sentirono brutti, lerci e indegni anche solo di guardare un tale fulgido splendore.

Gilmur il Nano dalla barba bianca, che era uso guardare soltanto alla purezza dell’anima e mai alla pulizia delle vesti, osò avvicinarsi per guardare in viso il Re Rosso, e fu allora che il Re ruppe il suo sonno.
Accaddero quindi molte cose insieme:
Un rumore sferragliante fece voltare gli sguardi verso l’esercito di nani guerrieri che ora sembrava ben sveglio e pronto a muoversi incontro ad un possibile nemico. Nuvole di polvere si erano alzate dai corpi finora inerti dell’esercito di nani, e armi ed armature scricchiolavano di nuova vita.
Dal pavimento della sommità della piramide su cui si trovava la compagnia emersero lentamente molti cilindri lucenti di varie dimensioni, tutto intorno al perimetro del piano del sarcofago, che si fermarono raggiunta un’altezza diversa per ognuno. I cilindri erano coperti di rune luminescenti.
Il sarcofago scompariva invece all’interno del pavimento posando a terra un non più dormiente Re dei Nani che anzi brandiva a due mani un’arma temibile. La famosa Ascia di Krenan con la quale il Re parlava al suo popolo e a tutte le creature da quando aveva perso la Voce nello scontro col dio della montagna, almeno questo diceva la leggenda che aveva raccontato Feilìk, lo storpio di Dumbel.
Krenan cominciò a muoversi intorno al perimetro della tomba colpendo e facendo rimbombare i cilindri sorti dal pavimento. I significati nacquero in testa a chi ascoltò quei suoni, i suoni delle campane incantate del re: “Qualcuno che viene a sfidare il potere del Re Rosso: mai prima d’ora si era verificato un evento simile”.
“solo un membro dell’antica razza può sfidare il Re: scegliete quindi il vostro campione e mandatelo ad affrontare il proprio destino armato di tutto quello che avete, perché la mia Ascia è tagliente e ingoiò vite di mortali e di immortali”.
Questo fu il senso dei suoni che Krenan emise picchiando con l’ascia le alte campane, finché non si fermò ad aspettare il proprio rivale al centro della piccola arena che si era formata dentro il perimetro delle campane stesse.
Si fece avanti Gilmur Guinness, il Panettiere, dalla folta chioma bianca ed il corpo coperto di cicatrici e tatuaggi, brandendo un’ascia dissimile da quella di Krenan, semplice e tagliente come quella di un boscaiolo e anch’essa bipenne. Il suo sangue d’orso ribolliva e già schiumava la sua bocca nell’apprestarsi dello scontro. Gli amici che disponevano di incantesimi protettivi ne fecero spreco e le benedizioni dei guerrieri del gruppo fioccarono sulla sua testa finché la rabbia del nano bianco non scoppiò e lo scontro ebbe inizio. Lampi e scintille scaturivano dallo schiantarsi delle lame ed i colpi che andavano a segno sembravano non turbare la volontà dei contendenti, da una parte un Re rosso morto mille anni fa, dall’altra un Re bianco immune a paura e dolore, ma solo avvolto nelle fiamme dell’ira.
L’esercito di morti aspettava l’esito della sfida. Con ogni probabilità la Compagnia del Lago sarebbe stata distrutta se la vittoria fosse stata di Krenan…
Gilmur dal sangue d’orso si scatenava contro la possente armatura di Krenan e la sua ascia sembrava si spaccasse da un momento all’altro tanto era resistente la difesa del re. In un momento di pausa Krenan si sbatté violentemente l’ascia sull’elmo e questa cominciò a brillare di una intensa luce rossa.
Il sangue usciva copioso dalle ferite sul corpo contuso e sfinito di Gilmur. Lo scontro era alla fine, l’aria si era riempita di energia e tutti aspettavano l’esito finale.
Krenan si lanciò sull’avversario credendolo ormai alla fine. Gilmur schivando all’ultimo istante si lasciò colpire al piede sinistro, che fu macellato dalla potenza del colpo, ma nello stesso momento la sua ascia si abbatté con forza sulla presa di Krenan tranciando di netto entrambe le mani del Re Rosso. Krenan era stato disarmato, e questo equivaleva ad una sconfitta definitiva… Il corpo del Re cominciò a dissolversi e a diventare polvere mentre lampi di luce e fumi salivano dal suo corpo. Gilmur fu alzato in aria mentre assorbiva la forza e l’autorità del Re, mentre diveniva il Re Bianco, Signore di Dumbel e di Monte Occhio Cieco.
Qualcuno dice che nelle sere d’inverno davanti al fuoco di una taverna un suo presunto vecchio amico usasse apostrofarlo col nomignolo di Re Zoppo, ma questa, come si dice, è un’altra storia…



Estratto da “ memorie di un giovane biondo coi riccioli e un perizoma di catene e peli” di Seyan di Yanos, Domatore di Vergini.

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Messaggio  taranis Ven Gen 08, 2010 12:42 am

Ma non penserai mica che mi sia sfuggita la citazione "Shar-Caltàbian" ??? Laughing Laughing

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Messaggio  ilmat Ven Gen 08, 2010 1:33 am

Certo che no, visto che già mi avevi scoperto nell' altra seduta...spero tu abbia capito abbastanza. tipo chi è la principessa null... comunque non dire null, se ne riparla...
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Messaggio  Ospite Ven Gen 08, 2010 3:23 am

Orsù, buon Taranis, svelaci tal citazione, che la curiosità mi rrode il cor....



EDIT: Ma va a ciapà i rat, credo di averla capita....

Comunque a breve posterò la versione di Corkan. Anche se mi interesserebbe di più sentire Seyan, per vedere se si ricorda qualcosa, e Godrock, che d'ora in avanti verrà perseguitato dal fantasma di Yarduin ( Smile Smile
Oddio ci sarebbe pure da sentire il Re, ma figurarsi, non è nemmeno iscritto al forum....


Ultima modifica di Corkan il Ven Gen 08, 2010 3:35 am - modificato 1 volta.

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Messaggio  taranis Ven Gen 08, 2010 3:29 am

Corkan ha scritto:Orsù, buon Taranis, svelaci tal citazione, che la curiosità mi rrode il cor....
shar-caltàbian ricorda vagamente Saro Caltabiano, un artista che (io e il mio amato master) conosciamo bene Razz

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Messaggio  Ospite Ven Gen 08, 2010 3:36 am

Un +1 all'intelligenza* a Corkan, che aveva capito.

*Così ora sono a 0, evvai!

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Messaggio  taranis Ven Gen 08, 2010 3:42 am

oh master, sarà colpa dell'augustiner ma il pensiero degli eventi narratomi mi ha commosso e ricordato quanto sono nerd drunken

nel 2010 si farà la tastiera in Toras. deciso!

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Messaggio  Ospite Ven Gen 08, 2010 5:40 am

http://www.dafont.com/thorass.font

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Messaggio  ilmat Ven Gen 08, 2010 6:39 am

taranis ha scritto:oh master, sarà colpa dell'augustiner ma il pensiero degli eventi narratomi mi ha commosso e ricordato quanto sono nerd drunken


Sono felice di questa commozione...e anche della augustiner...non vedo l'ora di venire a trovarti per commuovermi con te, e con augustiner! Così ti fo una seduta personale di forgotten Sad
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Messaggio  PG KILLER Sab Gen 09, 2010 2:31 am

Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad
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Messaggio  ilmat Sab Gen 09, 2010 3:42 am

Troveremo il modo di infilarti, caro matte, potresti fare i cattivi...insieme a me!
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Messaggio  ilmat Sab Gen 09, 2010 3:47 am

Mi è presa bene e ho scritto anche un'altra scena. Sono di base riassunti, così magari prima di giocare, o nel cazzeggio uno se li legge e ricorda. Ci sono anche suggerimenti velati non troppo ai pg! Manca la scena dell'ambasceria di Shade e tutta la parte dell'organizzazione della difesa... ciao fighi.


L’incudine di Mythril



“Riforgia la Spada, solo così le Valli saranno al sicuro”

Seyan montò a cavallo con agilità e sistemò la lancia incantata per il viaggio che avrebbe presto affrontato. Le ultime parole di Taranis gli risuonavano nella mente. L’unico modo per riforgiare la Shabar N’Havir era possedere la stessa incudine che le aveva dato la vita.
Conosceva il territorio delle Valli da poco tempo, ma si sentiva in grado di affrontare ogni sfida che si celava dietro le mille svolte della Via.
Diane, la giumenta bianca, sostenne il suo peso con disinvoltura, era felice di aver ritrovato il padrone. L’ odore di Seyan era diverso. Sottilmente. Aveva una nota di terra smossa mista a sabbia di un deserto lontano. Un odore che avrebbe intimorito ogni altro animale.

“Non crederai di andartene da solo, Seyan? Taranis ci ha lasciato il suo cavallo, e lo sai che non ti farò andare da tuo fratello senza di me...
L’Incappucciato ha su di te uno strano influsso, e quel barbagianni mi mette i brividi ogni volta che compare all’orizzonte...per non parlare di quell’orribile bestia nera che cavalca Darkorion...”.

Corkan tentava di salire sul grande stallone, impedito dall’ armatura troppo pesante. Il cavallo si chiamava Nero: aveva il manto come la notte. Era il cavallo di uno stregone e la sua fiducia andava conquistata.
Corkan, dopo un altro tentativo di salire in sella, si grattò con impazienza la mano sinistra, un gesto che ultimamente ripeteva spesso, ogni volta che era nervoso.
“Certo Cor: non avrei mai sperato di sfuggire alle tue cure materne. Ma per un attimo ho gustato il sapore della libertà, qui in sella...” disse Seyan prendendo le redini di Nero e porgendole al suo miglior amico, in difficoltà. Salutarono i compagni, per primo Godrock il Nano, che sembrava invecchiato di mille anni ora che era stato abbandonato dall’ amico, quasi un figlio, Taranis Arkastle.

“Coraggio Godrock!” disse Corkan,
”Al Monte Occhio Cieco c’è bisogno della tua forza d’animo, della tua vasta conoscenza di questo mondo. Re Gilmur” aggiunse con un sorriso, “non può fare a meno del tuo consiglio. E Taranis tornerà. Lo sai che tornerà”.

“Re Gilmur”, salutò Seyan con ironia. Aveva visto il nano ubriaco, coperto di sangue, svenuto, sporco e folle così tante volte che proprio non riusciva a farsene una ragione. “A presto Seyan” biascicò il Re quasi in imbarazzo di fronte al suo popolo. “Riporta quella maledetta incudine. Qui c’è fin troppo da fare, e ho bisogno dell’ aiuto di tutta la Compagnia del Lago! Mangiare e bere per quattrocento Nani! Ecco quali sono le difficoltà della vita! Che quella montagna sia maledetta...”

Armuril guardava la scena da lontano, col suo sguardo profondo come il bosco d’una fiaba. Aveva altro a cui pensare. Era un Generale di Nani, adesso. Un Elfo Generale di Nani.
Osservava con interesse ogni mossa del nuovo arrivato, lo gnomo delle profondità chiamato Ulan-Bathor. Era stato essenziale nell’ultima battaglia contro la Compagnia della Ruota: dotato di poteri magici che andavano ben oltre quelli del giovane elfo, e di una natura a lui del tutto sconosciuta, quella piccola creatura era un’ incognita che doveva essere tenuta d’occhio. Tutto il potere nascosto nella montagna era dello stesso tipo di quello di Ulan-Bathor ed egli avrebbe potuto farne uso in ogni momento. Ma a favore di chi? Il Re era sicuro che fosse dalla sua parte...

Armuril era rimasto silenzioso dopo l’ esecuzione del Capo dei mercenari della Ruota. Con un unico fendente alla gola aveva messo fine alla vita di quell’ uomo subdolo, assassino di elfi, uccisore di innocenti. L’aveva fatto senza provare sentimenti.
Aveva recuperato l’armatura elfica che l’ umano portava insozzandola col suo sudore e il suo sangue. Anche lo spadone, Foglia di Salice, era tornato nelle sue mani. L’ elfo Falce di Luna era stato vendicato, ed ora quegli oggetti dovevano essere utilizzati a buon fine. Avrebbe donato l’armatura e la spada, il suo bottino di guerra, al giovane Feilìk dal corpo deforme, importante membro del popolo di Dùmbel. I nani del Monte Occhio Cieco avrebbero sistemato per lui l’ armatura, in modo da farla aderire alle storture di Feilìk. Con questo gesto si riprometteva di instaurare un rapporto fra i due popoli, nani ed umani, che vivevano all’ombra del Monte.
Salutò Seyan e Corkan sollevando lo spadone sopra la testa, facendo intendere che tutto sarebbe andato per il meglio. Sussurrò un buona fortuna nella lingua dei suoi padri mentre i due uomini si allontanavano sul sentiero innevato.

Cavalcavano ormai da un giorno e mezzo. Erano tutti molto stanchi, cavalli e cavalieri. Si procedeva al passo, senza parlare di quello a cui si andava incontro.
Il piccolo drago che accompagnava ovunque Corkan svolazzò sulla groppa dello stallone. Aveva uno scoiattolo morto in bocca. Lo offrì al cavaliere, che diniegò l’offerta con un gesto. Corkan si chiedeva spesso che strano scherzo gli fosse stato fatto dal destino. Aveva un drago la cui nascita si perdeva nelle nebbie del tempo, ne sentiva battere il cuore e avvertiva i suoi sentimenti. Ma era lungo appena due spanne ed era ghiotto di scoiattoli. Lui avrebbe voluto cavalcarlo, avrebbe voluto discorrere con lui di giustizia, legge e natura, bene e male. Quanto avrebbe dovuto aspettare? Cosa doveva fare? Credeva di saperlo, ma aspettava. Il momento giusto.

La valle di DaggerDale era un posto lugubre, abitato da gente che aveva perso la fiducia nel prossimo.
Agenti Zentharim si nascondevano fra amici e parenti. Il tradimento era all’ordine del giorno e la guerra civile sembrava non potesse più finire. Solo l’arrivo di Darkorion, gemello di Seyan, e il ritorno del nobile Randal Morn nelle terre di sua proprietà avevano dato agli abitanti una nuova speranza. Gli Zentharim erano stati sconfitti e scacciati definitivamente. Ma a che prezzo? Un reggimento di orchi sudditi di Darkorion si era stabilito nella città di Dagger Falls, il centro della Valle, e la tribù tentava di convivere con gli umani che avevano costumi del tutto differenti. Darkorion aveva detto che con la buona volontà ci si poteva accordare...e le battaglie delle ultime settimane, nelle quali uomini ed orchi combattevano fianco a fianco, avevano fatto nascere forti amicizie fra i membri delle due razze. Ma gli abitanti più anziani di Daggerdale non si sentivano ancora al sicuro. Per troppo tempo erano vissuti nella paura e nell’odio. Al contrario i giovani guerrieri vedevano l’avvento di una nuova era par la Valle. Di indipendenza, libertà, possibilità.

La cittadella di Daggerfalls fumava ancora dei fuochi delle ultime battaglie quando vi giunsero Seyan e Corkan. Il luogo in cui sorgeva era splendido.
Era appollaiata sulla cima di un’alta cascata, dall’aspetto selvaggio e indomito, circondata da boschi sempre verdi, sul fiume Tesh. In estate, col sole che brillava sull’acqua disegnando arcobaleni, doveva essere uno spettacolo mistico. Senza perdere tempo salirono gli stretti tornanti che portavano alla città e si fecero indicare la via per raggiungere il Nido, la fortezza sul punto più alto della cittadella.
Una bestia alata dal manto scuro e il muso di falco aspettava il suo pasto sotto il maschio del forte. Segno che Darkorion era presente...

...Con un potente fischio modulato, l’incappucciato richiamò a sé un’ altro grifone, il fratello di Artax, apparve dalla sommità di un boschetto di cedri, stirando le grandi ali nere, e rispondendo al richiamo con stridii che fecero allontanare interi stormi d’uccelli impauriti. Il volo metteva sempre Corkan in uno stato di forte ansia, che però riusciva a trasformare in gioia esplosiva una volta che la paura se n’era andata. La vista era incredibile, da lassù. E il freddo purificava l’anima.
L’incudine era ancora nelle mani di Darkorion per fortuna.
La stavano portando a Nagar-Nèi, sul Monte Occhio Cieco. L’incappucciato aveva deciso di partecipare all’ incredibile storia che il fratello Seyan gli aveva raccontato. La Lotta era la mano che lo aveva forgiato e non si sarebbe certo tirato indietro da una sfida così difficile: affrontare un’intera cittadella volante dell’antico impero di Netheril. Ma ad una condizione: una volta riforgiata la Shabar N’Havir, l’ indistruttibile incudine di mythril sarebbe tornata nel suo Nido.
I due grifoni neri si persero nelle nuvole basse che salivano dalla boscaglia, sui crinali delle Montagne della Bocca del Deserto e Corkan si strinse più forte nel mantello dell’amico Seyan, che li avvolgeva entrambi.
La mano sinistra gli bruciava come mai prima.

Un rapace notturno sfrecciò radente alle cime degli alberi.

Il destino era a poche leghe di distanza, ed era pronto a travolgerli...



Estratto da “ memorie di un giovane biondo coi riccioli e un perizoma di catene e peli” di Seyan di Yanos, Domatore di Ve
rgini.


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