si gioca a rava!

Lavorare, sempre lavorare.

...io lavoro per te master

prego signori, leggete e criticatemodificatericordatepostate

In un silenzio innaturale ed inquietante, i tre eroi esaminano la situazione all’interno del cortile del tempio: due cadaveri ed una strana fossa nerastra…
Sul nano, Zefiro rintraccia un rivolo nero che dal braccio conduce al cuore, un segno che parte dal punto nel quale il pugnale di Barlo è entrato in profondità. Zefiro scorge, tra il sangue che copioso sgorga dal corpo privo di vita, due fiaschette, una delle quali in frantumi, contenenti un liquido ambrato e colloso, di difficile individuazione. Nel frattempo Malkolm esamina il corpo della fanciulla, anch’essa decapitata, notando un prezioso anello d’argento con varie pietre verdi sulle quali è in rilievo una lama ricurva, e una tunica porpora con preziosi ricami dorati: entrambi gli oggetti spariscono dentro al mantello del mezzo vistano.
Barlo si avvicina furtivo alla strana cavità nel terreno: lunga quasi due metri, larga meno di uno e profonda circa due spanne, è circondata da una serie di scritte in una lingua sconosciuta ma familiare. Barlo prova ad annusare la fossa ma non sente alcun odore, niente di niente: una nuova esperienza che gli fa rizzare i peli lungo tutto il proprio corpo. Barlo prova allora ad entrare nella fossa, ma una forte esplosione lo acceca per un istante, e la sensazione di essere attraversato da una lama lo porta ad alzarsi immediatamente. Barlo, convinto di aver trovato un “amplificatore di sensazioni” convince Zefiro, decisamente inquieto per le sorti di Nikiforov, a fare altrettanto, ma anche la mente di Zefiro viene come attraversata da un pugnale di luce che gli impedisce di riprovarci.
Pressati dall’oscurità vicina, decidono di abbandonare il cortile, seguendo l’istinto di Zefiro: individua una piccola luce in mezzo a tanta oscurità, ed indica il primo piano, verso la torre a nord est. Dopo qualche difficoltà a rintracciare l’ingresso alla torre, i tre iniziano a salire strette scale a chiocciola, non prima che Zefiro abbia rincuorato i cuori di tutti, infondendo loro nuovo coraggio. Dopo pochi, ripidi scalini, i tre giungono in un corridoio e aperta la porta, una nube di lezzo terribile, un miasma di uova marce riempie le loro narici, disgustandoli. Alla fine del corridoio vedono una porta, dietro alla quale giungono piccoli suoni metallici, risatine, brevi passi. Un attimo dopo, la porta è spalancata su una squallida stanza occupata quasi completamente da un grande tavolo pieno di piccoli ingegni, mentre una libreria piena di gabbie contenenti piccoli animali e un letto completano il semplice arredo. Una massa cenciosa e puzzolente sta in piedi tra il letto e le mensole, con in mano una gabbia contenente Nikiforov: lo gnomo prova a minacciare i tre, ma Barlo gli canta una canzoncina, rendendo estremamente accurato il colpo che sferra un secondo dopo: Selania si conficca nel polso dello gnomo, che cade a terra urlante, mentre una lama cala un dito oltre la testa di Nikiforov, e un attimo dopo Zefiro cala tutta la sua rabbia sulla testa del vecchio cencioso, rompendogli la scatola cranica.
Con il cuore accelerato, i tre sentono bussare alla porta, ed una voce rauca e forte che intima loro di aprire la porta. Inquieti, i tre aspettano un poco, mentre i colpi si fanno più pressanti, s’odono alcune parole cantate nell’aria: la porta va in frantumi, tra la polvere si scorge la sagoma di un vecchio, sul quale Zefiro cala la sua lama, bloccata dal duro bastone dell’anziana figura. Questa si presenta: è Jeremias Grimshaw, primo guardiano del tempio. E’ un uomo alto, calvo se non per pochi corti capelli grigi, con occhi velati da una membrana trasparente, dalla voce forte ed autorevole. Non sembra prestare particolare attenzione alle uccisioni avvenute dentro al tempio, anche per il manifesto potere di essere in grado di rialzare i cadaveri, ma sembra vivamente impressionato dalla potenza degli eroi. Dopo qualche dimostrazione di vicendevole diffidenza, racconta pertanto loro del cerimoniale a cui ha assistito più di venti anni orsono, il rito che ha chiuso per sempre i suoi occhi, quello che ha portato Lovellyn Dachine a divenire la Morte incarnata, all’interno della fossa al centro del cortile contornata di simboli strani, che tradotti, stanno a significare “qui riposa l’ossa che non riposa”. Le Lame del Destino, conosciute anche come Pieghe d’Ebano, colme di dolore, erano state inserite nei sette guardiani del tempio, quelle enormi e terrificanti statue che gli eroi hanno visto all’interno della chiesa. L’ottava lama non era però arrivata in tempo, sparita dopo aver attraversato le terre di Falkovnia ed essere entrata nelle terre di Darkon. “Lovellyn aveva fretta…sempre fretta…così ha voluto accelerare il rituale, nonostante i nostri tentativi di farlo ragionare…ripeteva che l’ora era vicina…sempre più vicina…e che lui ne sarebbe stato l’artefice…”
Jeremias si mostra estremamente fedele verso Azalin, e suggerisce di indebolire la Morte nel caso che i piani degli eroi li portino al suo cospetto: dovranno distruggere l’ultimo teschio de guardiano, con due rischi terribili: che il guardiano si risvegli, e che la Morte s’accorga dell’origine del proprio dolore…
Così Barlo s’avvicina all’enorme statua, piccolo piccolo di fronte al gigante, illuminato dalle centinaia di candele che rischiarano l’antro. La statua sembra osservare, immobile, il coraggioso Barlo mentre estrae la propria lama, colma del sangue del nano, si concentra, e vola nell’aria, conficcando il pugnale in mezzo ai grandi occhi del gigante, esattamente dentro al piccolo foro. Per un attimo lunghissimo solo silenzio, poi un’esplosione come di ghiaccio e d’ossa, mentre al posto del teschio si forma un altro identico, ma senza cavità alcuna. I quattro tirano un profondo sospiro di sollievo, mentre la fredda lama è sempre al fianco di Barlo, e sembra di sentire un gemito lontano…

noto con piacere polemico gli innumerevoli commenti e postille varie al mio riassunto..bene bene, poi ne riparliamo...! vi fo un mazzo accussì!
sapete quando?
VENERDI 25 FEBBRAIO

DARIO ARRANGIATI, FAI UN PAR DI STRAORDINARI IL GIOVEDI
lo so che torni il martedi dalla germania ma cavoli tua, altrimenti febbraio non ha la sua strameritata seduta, io qui ho già pronte 23,7 sedute, e di questo passo passeranno passerotti e anni prima di vederle. anzi, da marzo voglio giocare il doppio. ovia!!!
un bacione a voi e uno alle vostre generose madri
marcio

marcio ha scritto:noto con piacere polemico gli innumerevoli commenti e postille varie al mio riassunto..bene bene, poi ne riparliamo...! vi fo un mazzo accussì!
sapete quando?
VENERDI 25 FEBBRAIO

DARIO ARRANGIATI, FAI UN PAR DI STRAORDINARI IL GIOVEDI
lo so che torni il martedi dalla germania ma cavoli tua, altrimenti febbraio non ha la sua strameritata seduta, io qui ho già pronte 23,7 sedute, e di questo passo passeranno passerotti e anni prima di vederle. anzi, da marzo voglio giocare il doppio. ovia!!!
un bacione a voi e uno alle vostre generose madri
marcio

A parte che stai per perdere il monopolio delle sedute e a Marzo scatta la liberalizzazione delle licenze per Master e c'è da mettersi d'accordo....vedrò cosa posso fare per il 25, il problema è che di solito le ferie si "scontano" (eh, ma che cazzo voi, sei tornato ora dalla ferie, è logico che lavori di più, sporco schiavo negro). Vedremo. Male male se non devo fare troppe ore mi do malato.

scherzavo!!!
ah ah ah!!!
il 25 non ci sono io!!!
ah ah ah!!!
che ne dite di GIOVEDI 24?
DAI DAI DAI!
ASPETTO FIDUCIOSO!!!
CHUSS
MARCIO

Ci sto per il 24 e anche per il 25...

masteeeeeeer, non ci areniamo cazzzzzzo.

Barlo ha bisogno di esistere, e io con lui.

Quando????

Dai con una seduta entro aprile...

vai tranquillo!
io pensavo venere 22 o lune 25, dipende da quando si festeggia l'anzianità di fulzio|!
marcio

marcio ha scritto:vai tranquillo!
io pensavo venere 22 o lune 25, dipende da quando si festeggia l'anzianità di fulzio|!
marcio

Sapiatemolo dire con anticipo che devo chiedere la libertà al lavoro. Sarebbe meglio il lunedì per me, ma penso che di venerdì si giochi meglio (meno impegni il sabato)

Ma quindi domani confermato che si gioca?

io so di si...per giunta a rincine!!!!!yuhuuuuuuuuu

Aspetto un sms di conferma.

E finalmente anche Darkon ha un Re al passo coi tempi, che capisce i problemi di noi ggiovani.



https://www.facebook.com/pages/Azalin-Rex/52398219622

come semprei direi di aggiungere, criticare, puntualizzare...poi un lo fa mai nessuno, comunque nel caso segnalate le giunte in neretto, così le vedo meglio...
e se si rigiocasse lune 23 o marte 24 mayo?

SEDUTA DEL 26/04/2011

Come sciolti da un incantesimo, i tre eroi riprendono il respiro alla base dell’enorme guardiano, sotto lo sguardo cieco di un vecchio priore, ancora insicuri della sua lealtà, cercano di recuperare alcuni tasselli del contorto mosaico che affolla le loro menti. Malkolm scopre così che l’anello preso alla mezz’elfa appartiene agli elfi del profondo, creatori del mantello che lo Zarovan reca gelosamente con sé.
Jeremias consiglia ai tre di lasciare al più presto Nartok, poi s’inginocchia verso un muro della stanza, mormora qualcosa tra sé per poi rialzarsi e riferire agli eroi che come gesto di riconoscenza per i loro servigi al re-Stregone, sarà sua gioia regalare loro parte del tesoro del tempio. Scorta quindi i tre avventurieri nella stanza attigua, una piccola biblioteca, ricca di libri lungo le pareti e con molti scrittoi in mezzo alla stanza. Nonostante il monito di Jeremias a non soffermarsi, Barlo scorge un linro intitolato De familia Merrywin e non resiste alla tentazione di estrarlo: il libro non sembra terminare mai, prima di divenire un viscido verme nerastro che cerca di imprigionarlo: Zefiro rapido lo colpisce con la spada, Barlo si libera mentre il verme diviene uno sciame di fogli di pergamena che si dirige verso il gruppo, ormai al sicuro oltre la porta, dentro la stanza del priore. Una grande statua, un guardiano simile alle altre, domina la grande stanza, per altro decisamente disadorna: uno scrittoio, un letto e un tappeto sono gli unici arredi presenti.
Tra le candele poste alla base della statua vi è un piccolo pertugio, dentro al quale sparisce prima Jeremias e poi Zefiro e Barlo. Malkolm decide invece di intrattenersi nella stanza per cercare prove della fedeltà di Jeremias alle proprie parole, e trova, aperto lo scrittoio, alcune pergamene recanti il sigillo regale. Aperta una, scopre di non essere in grado di comprendere la lingua nella quale sono scritte, cerca di riparare il sigillo, ma non riuscendovi, infila la pergamena dentro un’altra più piccola. Nel frattempo Barlo e Zefiro si accorgono di trovarsi dentro la statua, la cui cavità risulta essere molto più grande di quanto dovrebbe essere. Lungo le tre pareti, tre scaffali, ognuno contenente meravigliosi oggetti incantati…
Potrete prendere due oggetti a testa, proferisce Jeremias, e il cuore dei tre non può fare a meno di avere un brivido di avida gioia.
Nel primo scaffale un gran numero di gemme e monete, variamente sparse, di dozzine di scintillanti colori. Tra queste, una grande gemma viola con un riflesso bianco e una piccola gemma di legno scuro, capace di mostrare la luce a chi è accecato.
Il secondo è ricoperto nella sua interezza da un grande scudo, di legno tanto scuro da sembrare nero, in parte borchiato da robusto metallo. Alla domanda di Zefiro su cosa esso sia, il vecchio priore risponde chiamandolo per nome: Speculum Hostes. Il suo potere è grande, come il rischio mortale che reca con sé: è possibile infatti fare in modo che lo specchio mostri alla creatura di fronte a sé l’immagine della propria morte, catturando la sua anima e il suo corpo. Ma se lo scudo dovesse rompersi, tutti i suoi prigionieri si ritroverebbero liberi, accecati dalla voglia di vendetta verso il guardiano della loro prigionia…
Zefiro afferra lo scudo e decide che questo sarà suo. Dietro ad esso, rimane appeso, solitario, un grande corno con intagliati alcuni disegni di alberi, della stessa fattura dello scudo, realizzato con lo stesso legno scuro che Zefiro riconosce provenire da un bosco dentro la foresta delle ombre, un luogo all’interno del quale nessuno ama recarsi. Cornum caliginosum è il suo nome, e creare nebbia il suo potere: Malkolm non esita un istante e decide che questo sarà suo.
Voltandosi verso il terzo scaffale, Barlo chiede a Jeremias qualcosa per rendere la propria lama più tagliente: il cieco priore afferra una boccetta e la porge all’halfling, che però non sembra essere troppo convinto della scelta. Oltre alla fiala, altre boccette e pergamene riempiono i tre scaffali, oggetti dai nomi più diversi: Pura Aqua, De rapido motu, Interrogatio Animae, Cupio Dissolvi, De mortis funis, Contra Bestiae Humanitate, De cura. Malkolm si dirige sicuro a prendere la pergamena in grado di interrogare i morti, fino a costringerli a rispondere alle proprie domande, mentre Zefiro decide di portare con sé la Cura. Barlo invece, fedele al proprio odio verso i mutaforme, decide di prendere Contra Bestiae Humanitate, e la grande gemma viola, in grado, si dice, di togliere la vita se posta su di una lama.
Dopo aver dato il tesoro, Jeremias ricorda agli eroi la necessità di fuggire in fretta, non dopo aver loro ricordato che la nemesi della Morte è la Vita, con tutti i suoi simboli, i suoi colori, i suoi suoni, i suoi amori. Dopodiché prende commiato dai tre eroi, stringendo nelle loro mani una moneta regale, e mormorando una fastidiosa maledizione verso lo Zarovan.
I tre scappano via senza voltarsi dal tempio, e subito si fermano estasiati ad osservare la spettacolare distesa di lumi nella piana di fronte alla città, un mare di lucciole fuori stagione che si perde tra la nebbia e l’oscurità. Subito dopo si dirigono alla fucina di Tavrosh per prendere il progetto del nuovo arto di Zephiro: lungo la strada alcuni mucchi di rifiuti si muovono, mormorano ammonimenti, in una notte profonda e senza luna.
Prima di recarsi dal nano, i tre provano a incontrare nuovamente lo gnomo intagliatore, che non sembra però essere intenzionato ad aprire la porta della propria abitazione.
Tavrosh al contrario è in casa, ancora vestito da lavoro nonostante l’ora tarda, e senza tanti convenevoli fa entrare il gruppo e subito mostra a Zephiro il proprio progetto, quello che definisce “il capolavoro delle sue 272 primavere”. Per la realizzazione prevede una settimana di lavoro febbrile, dopo la quale si impegna a condurre il manufatto presso la dimora Vesproscuro, in cambio di tutti i preziosi presenti all’interno del castello, dell’oro corrispondente al prossimo raccolto, e di un nuovo apprendista, che sceglierà personalmente. Zephiro, seppur ottenebrato da foschi pensieri, accetta.
Vegliati dalla rassicurante figura del nano, i tre dormono un sonno pesante ma fin troppo lieve, e un attimo dopo aver chiuso gli occhi sono invitati da Tavrosh a rispettare i patti e a lasciare la casa un’ora prima dell’alba.
Velocemente si recano a prendere i propri cavalli alla locanda e poi via veloce verso la strada che porta a nord-ovest, verso la Costa Frastagliata.
La strada è in pessime condizioni, ma vi sono ancora tracce di carri che sembrano presagire il suono di rote e di metallo che il gruppo incontra dopo circa una clessidra di viaggio: un carro trainato da una coppia di bovi emerge dalla nebbia insieme al proprio equipaggio, una famiglia di halfling composta da padre, madre e figlioletto. Il piccolo, vedendo passare i tre avventurieri, scende giù dal carro in un attimo, e chiede insistentemente ai tre di essere portato con loro. Barlo, intenerito dagli occhi del giovane in fondo al quale scorge una vena del proprio passato, regala al ragazzo un coltello, suggerendogli di non smettere mai di seguire i propri sogni. In cambio, come a suggellare un antico patto, chiede una pentola di ram, che il ragazzo, Teolin, afferma aver ribattuto personalmente per innumerevoli giorni. Il carro intanto si è perso tra la nebbia, e Zefiro prova un certo disagio nel doverlo rincorrere a cavallo del suo bianco (?) destriero. Riconsegnato il ragazzo alla propria famiglia, composta anche da una bimba in fasce, i tre riprendono il cammino in mezzo ad un sentiero sempre più acquitrinoso. Per questo si tengono vicini alle propaggini della Foresta delle Ombre, che degrada erosa dalla massa d’acqua scura in mezzo alla quale spuntano degli infidi canneti.
Barlo conduce il gruppo fino ad una larga pozza, non molto profonda, mentre Malkolm invia Garmengast, il proprio corvo, a perlustrare la zona dall’alto. Con gli occhi del proprio animale, Malkolm vede il centro della pozza alzarsi velocemente, mentre i cavalli si agitano come impazziti e Nikiforov si rintana nel mantello del proprio padrone. Malkolm scivola a terra, mentre una gigantesca creatura di terra ed acqua si erge tra il mezzo vistano e i suoi due compagni; Barlo salta sulla schiena della creatura, e con l’aiuto delle sue due spade si arrampica cercando di raggiungere la testa. Zefiro intanto cattura l’attenzione del gigante, che cala un’enorme mano, come onda mortale, su di lui, schiacciandolo al suolo. Ma l’erede si rialza rapidamente, convinto della forza sua e dei suoi compagni, e incita il gruppo alla lotta. Malkolm intanto evoca l'orrore più nero per cercare di rallentare il gigante: mostruosi tentacoli violacei fuoriescono dalla palude, bloccando una gamba della creatura con la propria mole, mentre fameliche bocche si avventano sulla massa d'acqua e fango.Le lame cantano sotto la pioggia di terra che cade incessante attorno all’enorme figura, che non sembra però poter essere abbattuta. Per questo Malkolm le scaglia addosso una maledizione che, separando l’acqua dalla terra, lo dissolve in un vorticare di nebbia.
Con il cuore che martella ancora nelle tempie, i tre decidono di non fermarsi, convinti di essersi allontanati troppo verso est, e ripiegando verso occidente raggiungono la sommità di una collina, dalla quale scorgono due laghi, placidi e silenti, uno dei quali ricoperto quasi totalmente da foglie rossastre, le stesse che ricoprono, insieme ad altri cento colori, le cime degli alberi che si scorgono prima dei campi coltivati all’orizzonte…

marcio ha scritto:Garmengast

GORMENGHAST, DIO CAN, SI SCRIVE GORMENGHAST

E poi ti sei dimenticato di 14, no dico, 14, tentacolini neri di Evard, che mentre i miei compagni si facevano le pippette squartavano il gigante di fango.

malkolmk stai ghiaccio che quei tentacolini sembravano di cartone.....dal racconto sembra quasi tu l'abbia fatto fuori te il bestione non ti basta????
abbiamo anche saputo dal vecchio grimshaw che la vendetta di katuala sarà tremenda, perchè essa come nessuno altro di vendetta vive...quindi dovremmo presto organizzarci contro gli oscuri, per i quali personalmente nutro un odio profondissimo, dopo l'anno e mezzo di ferie nel dirupo dell'ombra...
inoltre ricordo a tutti che gli avir si nutrono di vermi...magari se ci dirigiamo in un luogo in cui ve n'è abbondanza ne troveremo?? chessò, un campo di battaglia, oppure un cimitero...mah
ah e poi va detto che barlo tira più ceffoni di una suora cattiva all'orfanotrofio

mi sembrate lettori attenti, bravi, quasi quasi vi do 100 piicse!
dai malkolm, non te la prendere per una vocale, e poi magari si scrive gingister ma si pronuncia gurminter, no?!
per i tentacoli chiedo venia, se posso modifico subito il post, altrimenti modifico solo il racconto sul mio picci..ma nessuno ha risposto riguardo a lune 23-marte 24.
per me momoloto mololoto meglio il 23 che i 25 ho un esamino...
marcio

marcio ha scritto:mi sembrate lettori attenti, bravi, quasi quasi vi do 100 piicse!
dai malkolm, non te la prendere per una vocale, e poi magari si scrive gingister ma si pronuncia gurminter, no?!
per i tentacoli chiedo venia, se posso modifico subito il post, altrimenti modifico solo il racconto sul mio picci..ma nessuno ha risposto riguardo a lune 23-marte 24.
per me momoloto mololoto meglio il 23 che i 25 ho un esamino...
marcio

per me sono ok entrmabE, basta saperlo prima, che chiedo libero.

Grandi schiaffoni sia agli ammassi di putrida monnezza (son divenuto razzista...) che al babbo di quel simpatico ragazzo, quando ha detto di fronte a lui che era un buono a nulla...maledetti i padri che tagliano le ali della fantasia ai propri figli.

Malkom se ti rivolgi a me in cotal modo sarai presto chiamato Malkonch. I tuoi tentacoli hanno solo rallentato l'inevitabile caduta del Fangoso. La sua forza vitale è mia!!!

P.S: datti all' ITTICA.

P.P.S: ricordiamo che nel viaggio abbiamo pressoché risolto gli enigmi del mantoscuro, ma ovviamente Malkomlmmmm dirà che è stata opera sua. Dannato vistano.

Katuala è un mezzodrow, è bona, mi ha quasi sedotto. Malkrost mangia marcio. Fiato pestilenziale.

Grazie master della puntualità di riassunto: mi scansioni il disegno di Azalyin che guardo di colorarlo?

Bono per lunedì 23.

ilmat ha scritto:
P.P.S: ricordiamo che nel viaggio abbiamo pressoché risolto gli enigmi del mantoscuro, ma ovviamente Malkomlmmmm dirà che è stata opera sua. Dannato vistano.

Essendo che li ho risolti io, direi che posso dire, ebbene si, di averli entrambE risolti io.
Vorrei ricordare che se non fosse per la mia intuizione geniale riguardo le monete di Tays sareste entrambE morti soffocati nel Castel Avernus.
Ergo rivolgetevi a me come Malkom "Il risolutore di Indovinelli con la kappa" Zadok.

Se non ci fossi io a dirti come usare i tuoi miseri poteri d'Alzamorti saresti rimasto a piangere al tuo paese di vistani sodomizzati.

Rispetto per chi ti può scotennare da un momento all' altro!

Tu che sempre ti nascondi dietro le larghe spalle di veri guerrieri.

Non vedo l'ora di (giocare per) prenderti a schiaffoni.

Barlo

ilmat ha scritto:poteri d'Alzamorti

Barlo

che peraltro, ricordiamo, sono manifesti, come quelli di Jeremias

Non vale abbassare i toni, né abbassare il tony, sennò barlo si sente una merda...devi rispondere almeno: "zitto tappo che ti trasformo in bodak" e facci sentire la terribile voce di zadòk!!!

L' Indovinellatore. Suona parecchio male...

si ok, ma avete visto che braccio???????
uuurrrieeellllll, tu che agonizzi in un letto di casa vesproscuro, hai visto che braccio??????
....
"fa' il bravo che se no viene il nano e ti porta via..." (futuro nuovo detto della Valle dei Vespri)
....
ma malkom, secondo te, all'interno del nostro patto vale se ti picchio con il braccio de fero?
...
Zefiro il Ramiro