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IL FILM/LIBRO/ALBUM CHE HO LETTO/ASCOLTATO/VISTO

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Messaggio  Fulzio Aureliano Landi Mar Mag 03, 2011 9:25 am

stanotte ho fatto un incubo tremendo..
intorno al bosco di rincine si aggirava un branco di bambini famelici che picchiava, derubava, mangiava chiunque si trovava di fronte...e avevano preso di mira casa nostra...
maledetto carpentiere, mi hai rubato le uniche due ore di sonno...
angoscia
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Messaggio  Çorkan il Bianco Ven Lug 01, 2011 11:56 am

https://www.youtube.com/watch?v=lgixMlDwYg8&feature=related


qui in cassa di risparmio...
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Messaggio  Çorkan il Bianco Dom Set 04, 2011 12:01 pm

Il più grande film in stop motion della storia. Shocked Shocked




e il making of....





Estiquattsi.
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Messaggio  Çorkan il Bianco Mar Set 13, 2011 9:26 pm

Bellissimo questo:




Ah e poi:


IL FILM/LIBRO/ALBUM CHE HO LETTO/ASCOLTATO/VISTO - Pagina 5 Hellraiser



Dario e Mattia amano sempre di più i filmi anni '80
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Messaggio  Fulzio Aureliano Landi Gio Set 22, 2011 1:30 am

me lo ricordo il tizio con i chiodini per attaccarci le padelle quando non c'è più posto sulla mensola.
è di wes craven? da piccolo (ma forse anche ora) mi faceva paura...
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Messaggio  Çorkan il Bianco Gio Set 22, 2011 2:31 am

Fulzio Aureliano Landi ha scritto:me lo ricordo il tizio con i chiodini per attaccarci le padelle quando non c'è più posto sulla mensola.
è di wes craven? da piccolo (ma forse anche ora) mi faceva paura...


E' di Clive Barker (faceva pure i giochini)
Comunque non fa molta paura, pur essendo bello.
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Messaggio  Çorkan il Bianco Sab Set 24, 2011 2:42 am

Altai, 2009, Wu Ming


IL FILM/LIBRO/ALBUM CHE HO LETTO/ASCOLTATO/VISTO - Pagina 5 MostraImmagine?IDLibreria=libra&ID_Scheda=978886621307&Archivio=Libri

Finito ieri verso 4:00.
Dirò innanzi tutto che è un libro di circa 600 pagine e l'ho finito in una settimana. Quindi il mio giudizio è senz'altro positivo. Le prime 100 pagine lasciano addirittura sperare possa ripetersi il miracolo di Q.
Poi però il libro smette di correre. Letteralmente. Quando dentro la trama finiscono le lotte, le fughe precipitose e rocambolesche,e Manuel, il personaggio principale, rifiata, si trova una nuova casa, il ritmo rallenta ed ecco: i nostri dimostrano di non essere proprio Faulkner o Tolkien.
In questo stava la grande forza di Q., credo. C'erano certo rallentamenti, ma erano solo brevi periodi per riprendere lo slancio e ripartire, in un ritmo perfettamente cadenzato (idea che s'intona peraltro perfettamente con l'ossessione dei nostri di accomunare guerra e danza. In Manituana la danza delle spade scozzese, qui il ballo della giovane indiana)
Poi per fortuna torna l'azione, e al di là di un finale "cerchio che si chiude" forse un po' forzato, ci sono delle ottime pagine (l'assedio di Famagosta su tutte).
Un altro difetto è secondo me una trama, stranamente, tropo lineare (certo sempre relativamente ai canoni wuminghiani). Si resta troppo concentrati su Manuel, i comprimari, pur belli, non emergono abbastanza (oh, certo, ad eccezione di Ismael e Yossef). Altai sembra quasi aver paura della falla che fece affondare Manituana. Là troppi personaggi, un fiume che disperdeva in mille rivoli senza trovare il mare. Qua uno solo, ben sviluppato certo, ma forse non bastante fino in fondo (perchè non approfondire ancora il rapporto col Tuota? Perchè non dirci di più di Ralph Fitch, o della cerchia delle donne? O dei seguaci di Ismail? ).
Di nuovo, da questo punto di vista Q. trovava una misura perfetta. Dalla bruma e dai vapori della Germania in rivolta si alzava ,sopra il clangore di spade contro forconi , un coralità di voci perfettamente intonata. E soprattuto a far da contraltare a colui che divverà Ismail, c'era lui, Q., uno degli antagonisti più belli che abbia mai trovato in letteratura. Ecco, a Manuel Cardoso per essere veramente grande manca questo. un grande nemico. E' perennemente inseguito dai suoi fantasmi, ma i Wu Ming non riescono a materializzarli, a incarnali in qualcuno di cui anche noi possiamo aver paura. Non il consigliere Nordio, non il Gran Visir Sokollu assolvono alla funzione.
E' ci viene da pensare che la persona che il vecchio Ismail rimpiange di più del suo lungo passato sia proprio il suo nemico, colui che come Penelope la notte, distruggeva le trame, i sogni da lui intessuti durante il giorno: Q.

Ma, nonostante tutto, ciò. Altai mi ha commosso. E quando a Cipro la coppia di pistole di Gert dal Pozzo, Ludwig, Eloi, o Ismail* che dir si voglia son tornate a tuonare un'ulteriore, ultima volta, stavo per farci la lacrimuccia, ripensando a quel giorno nel Fondaco dei Tedeschi.




*(o anche Elias eh, che fu direttamente ispirato da questo personaggio. Requiscat In Pacem Sad )

Via ripostiamo anche la copertina di quel capolavoro immenso:


IL FILM/LIBRO/ALBUM CHE HO LETTO/ASCOLTATO/VISTO - Pagina 5 Q


Ultima modifica di Çorkan il Bianco il Mer Ott 05, 2011 11:52 am - modificato 1 volta.
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Messaggio  Çorkan il Bianco Dom Set 25, 2011 10:59 pm

E' morto Bonelli..... Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad
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Messaggio  Çorkan il Bianco Lun Set 26, 2011 4:21 am

Sergio Bonelli, è morto il fratello di Tex Willer




Sergio Bonelli, con quei fumetti che ereditò dal padre Gianluigi Bonelli ha letteralmente cresicuto molti di noi . Perché Sergio era uno di famiglia, il fratello di Tex Willer. E non vorremmo essere nei panni di Kit Carson e del Ranger, oggi sarà una brutta giornata per loro: fu Sergio a sostituire, per primo, il padre come sceneggiatore del più longevo eroe a fumetti d'Italia. E che dire di Zagor ? Sotto lo pseudonimo di Guido Nolitta lo fece nascere nel 1961 e ne scrisse le storie più belle. Anche lui, pur guascone, non riuscirà a trattenere le lacrime. D'altronde Bonelli jr lo (de)scriveva sempre come un duro dal cuore tenero e dalla lingua lunga. Inconsolabile sarà il suo figlio prediletto, Mister No, classe 1975. Si sarà nascosto in una foresta a smentire il suo temperamento ilare e sbruffone. Il suo compagno d'avventura se n'è andato e senza tante parole, come piaceva a loro.

Un uomo intelligente e appassionato, semplice ma mai banale, divorato dalla volontà di diffondere quell'arte del fumetto sempre sottovalutata.

Gliene hanno dette di tutti i colori, eppure era il migliore in Italia, l'unico che sia riuscito a costruire una realtà solida che sapeva unire qualità e quantità. Nel nostro paese il successo è una colpa e i detrattori hanno sempre voluto ignorare la sua rivoluzionaria integrità: mai un gadget è passato per i fumetti Bonelli, il cellophane per loro non è mai esistito. E nonostante fosse golosa la torta da spartire, cedette al marketing di rado e con riluttanza- eppure immaginate i milioni di euro che potrebbe portare uno sfruttamento intensivo, che so, del marchio Dylan Dog?-, così come gli aumenti di prezzo sono sempre stati contenuti e spiegati al lettore, dall'editore in prima persona, con rispetto e dovizia di particolari. E' stato un innovatore sul piano estetico come su quello etico. Sempre attento al pubblico, perché riteneva giustamente il fumetto un'arte popolare, nel senso più nobile del termine, è uno che ha tirato fuori autori e disegnatori straordinari e fuori dagli schermi. Da Paola Barbato a Roberto Recchioni, senza scomodare Sclavi e arrivando fino a Luca Enoch, nel suo catalogo ha sempre accolto tutti coloro che mostrassero talento e amore per il meraviglioso mondo delle nuvole parlanti. Fece per mamma Tea, erede dell'impero del marito, il magazziniere, il fattorino, colui che rispondeva alle lettere di lettori. Nel 1957 prese sulle sue spalle l'azienda di famiglia, la Cepim, che poi diverrà la Sergio Bonelli Editore: resistette agli americani come agli indipendenti italiani, al successo degli anni '80- che avrebbe dato alla testa a chiunque: Dylan, come Tex, ha fatto la storia- come alla crisi inesorabile degli anni successivi. Si era inventato anche le miniserie, con il suo team: non le amava, "a me piace rischiare, vedere un personaggio accompagnarti durante tutta la vita". Lui, imprenditore, romanticamente, rimpiangeva il rischio rispetto all'andare sul sicuro. Da lì, comunque, ha tirato fuori altri capolavori, da Demian a Volto Nascosto, fino ad arrivare ai meravigliosi romanzi a fumetti degli ultimi anni.

Ha lasciato sempre ai suoi autori il tempo di chiudere le loro avventure- vedi Magico Vento (solo Ken Parker si sottrasse, per il suo e il nostro dolore, alla regola)- o l'opportunità di fare i propri errori- come Gregory Hunter per uno dei geniali autori dell'uomo del futuro-, ha sempre tenuto aperto la sua porta alle novità.

Quando lo incontravi citava Sprayliz, Lazarus Ledd, Cybersix, John Doe come lavori di assoluto valore, come vicini di casa che forse non avrebbe mai potuto pubblicare ma che leggeva con interesse. Quasi 80 anni e consumava albi con la voracità e la curiosità di un ragazzino, voleva personaggi eroici e amava anche quelli mai "granitici": Ken e Nathan, per esempio, hanno un mondo dentro di una profondità e di una complessità straordinaria.

Non gli sarebbe piaciuto questo pezzo, forse. Era un burbero che per farti i complimenti per un pezzo, ti diceva "hai scritto quello che volevo dire, sei stato onesto, bravo".

E poi borbottava se, emozionato, gli chiedevi una foto come il peggiore degli ammiratori fanatici. Questa celebrazione non l'avrebbe tanto apprezzata, eppure ci piacerebbe vedere il suo feretro portato a spalla da Tex e Zagor, da Mister No e Martin Mystère, da Ken Parker e Dylan Dog, da Nathan Never e Julia, da Dampyr, Kurjak e Tesla a Legs Weaver, da Brandon a Ned Ellis, alias Magico Vento. E magari Cassidy e Lilith in disparte, per non farsi vedere, visto il loro caratteraccio e la loro abitudine a commettere reati. Sono tanti, eppure abbiamo citato solo una parte dei personaggi che ha fatto nascere e crescere con noi e che non abbandonava mai: nei mitici Almanacchi, la sua introduzione affezionata e sempre umile- ammetteva sempre che quell'argomento approfondito da uno dei suoi lo conosceva poco e l'aveva scoperto con gusto- non mancava mai. La scomparsa di un editore così renderà l'industria del fumetto e la cultura italiana molto più povere, anche se sicuramente saranno all'altezza degli onori e oneri che lascia i suoi eredi, a partire da Marcheselli.

«Arrivederci e grazie, Sergio, di tutto»
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Messaggio  Çorkan il Bianco Mer Ott 05, 2011 5:26 am



Oltre al lavoro e all'amicizia li unisce anche un forte depontalloto.

Vieni, allontaniamoci dall'antoppia"


Grazie Mat e Gianc per la rivelazione....
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Messaggio  Çorkan il Bianco Gio Ott 13, 2011 5:37 am

Sbrigatevi prima che corona lo faccia togliere. La prima pagina è pubblictà, cliccate "Avanti" in alto a destra e proseguite per la pagina di megavideo.


http://www.megaupload.com/?d=808F8DVM


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Messaggio  prototipoli Gio Ott 13, 2011 8:46 am

Çorkan il Bianco ha scritto:Sbrigatevi prima che corona lo faccia togliere.

E' ufficiale: Corona è il nemico pubblico numero uno...
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Messaggio  Çorkan il Bianco Gio Ott 13, 2011 10:50 am


Che amore che sei mi hai messo in firma. I love you
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Messaggio  ilmat Gio Ott 13, 2011 9:07 pm

a me Q mi fa cacare...
no cacare no, ma diciamo che non mi riesce leggerlo. mi fa du palle.

Farò come con Elric, che sono riuscito a leggerlo solo ora...
ilmat
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Messaggio  Çorkan il Bianco Ven Ott 14, 2011 2:23 am

ilmat ha scritto:a me Q mi fa cacare...
no cacare no, ma diciamo che non mi riesce leggerlo. mi fa du palle.

Farò come con Elric, che sono riuscito a leggerlo solo ora...

Appunto te seguimi, pure in ritardo va bene, ma imbocca i luminosi sentieri che io traccio.
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Messaggio  prototipoli Ven Ott 14, 2011 12:56 pm

Çorkan il Bianco ha scritto:
ilmat ha scritto:a me Q mi fa cacare...
no cacare no, ma diciamo che non mi riesce leggerlo. mi fa du palle.

Farò come con Elric, che sono riuscito a leggerlo solo ora...

Appunto te seguimi, pure in ritardo va bene, ma imbocca i luminosi sentieri che io traccio.

e poco prima...

Çorkan il Bianco ha scritto:Sbrigatevi prima che corona lo faccia togliere. La prima pagina è pubblictà, cliccate "Avanti" in alto a destra e proseguite per la pagina di megavideo.


http://www.megaupload.com/?d=808F8DVM


P.S : Dedicato a Lapo.


da cui la domanda: i tuoi sentieri sono luminosi per via del luminol sull'ingente quantitativo di sperma che ricopre ogni cosa nel raggio di 4 metri dalla tua persona?
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Messaggio  Çorkan il Bianco Sab Ott 15, 2011 2:52 am

prototipoli ha scritto:
Çorkan il Bianco ha scritto:
ilmat ha scritto:a me Q mi fa cacare...
no cacare no, ma diciamo che non mi riesce leggerlo. mi fa du palle.

Farò come con Elric, che sono riuscito a leggerlo solo ora...

Appunto te seguimi, pure in ritardo va bene, ma imbocca i luminosi sentieri che io traccio.

e poco prima...

Çorkan il Bianco ha scritto:Sbrigatevi prima che corona lo faccia togliere. La prima pagina è pubblictà, cliccate "Avanti" in alto a destra e proseguite per la pagina di megavideo.


http://www.megaupload.com/?d=808F8DVM


P.S : Dedicato a Lapo.


da cui la domanda: i tuoi sentieri sono luminosi per via del luminol sull'ingente quantitativo di sperma che ricopre ogni cosa nel raggio di 4 metri dalla tua persona?

Minchia Giacomo io perlomeno mi sforzo di non far ridere, a te ti vien proprio naturale.
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Messaggio  prototipoli Sab Ott 15, 2011 5:56 am

s'è offeso
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Messaggio  Çorkan il Bianco Dom Ott 16, 2011 2:25 pm

Si e chiedo l'intervento dei moderatori
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Messaggio  Çorkan il Bianco Mer Ott 19, 2011 3:20 pm

Eh, lo so, un post troppo lungo (e coi caratteri tutti uguali) ma mi è esploso il blog e non potevo postare un banale link.
Comunque, si, un racconto davvero imperdibile, in cui, essendo le 4 del mattino (l'orologio del forum va 1 ora indietro fra l'altro) e facendomi somma fatica rileggerlo, troverete tutti quei refusi che stanno oltre il correttore di word.





Il Canto dei Morti




Il vecchio uscì dalla cripta appena sorta la luna. Trasse un respiro profondo, ma l'aria si fermò in gola, i polmoni non l'accolsero.
Alzò il bavero della logora tunica rossa e si diresse verso il gruppo di tombe lungo il muro nord. Lì stavano le tombe più vecchie, ormai inglobate dalla terra. Lì aveva ripreso a crescere un erbetta verde e fresca. Lì si spingevano a brucarla piccole lepri dal manto bianco. Lì le seguivano volpi poco più grandi di loro. Lì aveva piazzato le sue rudimentali tagliole, indifferente al fatto che catturassero cacciatore o preda.

“Il bello delle lepri – pensò passando la mano ritorta sul collo fremente dell'animaletto – è che non si lamentano. La volpe latra, si agita, si strappa la zampa a morsi. La lepre no. Se ne sta silente, muovendo al ritmo frenetico del suo cuore solo il muso e i baffi, ma restando immobile. Sembra cosciente del suo ruolo di preda, lo accetta, la volpe invece si crede predatore, e se qualcuno la cattura, sbraita, si lamenta, convinta che qualcosa non vada, che ci sia un errore”

Strinse la mano sul corpicino, aprì la tagliola con l'altra. La lepre non tentò di fuggire.
Continuò ad accarezzarla scendendo fra le pareti di tufo umidiccio della cripta.
Diede un colpo al grande paiolo di rame, che prese a oscillare a folate sopra il focolare spento
Sgozzò la lepre tenendola sospesa al centro dell'ellisse percorsa dal paiolo e lasciò colare il sangue sulle pareti. Gettò il corpo e rimase a osservare le volute del sangue.
Quando il paiolo si fu fermato e tutto il liquido raccolto sul fondo, si portò una mano sugli occhi, poi sulla bocca, e rimase a balbettare frasi sconnesse strusciando le labbra umidicce sulle dita.
Poi chinò il capo e raccolse il cadavere. Nel laboratorio alzò il coperchio della fossa e lo gettò sopra decine di altri occhi putrefatti. Lepri e volpi, prede e predatori.

“Mi staranno aspettando, tra i morti, per vendicarsi?” si chiese.

<<Che dici? - disse rivolto allo scheletro umano appeso nell'angolo – pare improbabile anche a te vero?.>>

Si avvicinò e afferrò per il mento la mascella di quello sconosciuto strappato all'eterno riposo anni prima. Prese a muoverla su e giù.

<<Io non t'aspetto per nessuna vendetta>>

<<Grazie>> disse il vecchio

<<Non ringraziare me, ma la tua codardia. Non avesti nemmeno il coraggio di assoldare un sicario per uccidere un signore. Ti limitasti a aspettare che la fame portasse al cimitero un poveraccio malsepolto>>

<<Beh, se mi trovi , laggiù, raccontami chi eri>>

<<Sarebbe un ben triste incontro, tutto in silenzio, che io non ero nessuno>>

<<Proprio come me>>

<<Proprio come te>>

<<Io vorrei fare qualcosa di significativo in quest'ultima notte che mi rimane, ma la verità è che non saprei farmi nemmeno un buon tè. L'unica cosa che posso fare è approntare un ultimo meschino macabro scherzo per questo grand'uomo che arriva a darmi la morte>>


Concluso il dialogo Shilok si alzò mugugnando, stappò una boccetta d'inchiostro, distese una pergamena.

Sette ore dopo, mentre si stropicciava gli occhi con le dita ispide, udì lo scalpiccio d'un cavallo.




Schiantò le assi della porta facendole volare attraverso la stanza. Poi urlò coprendo il fragore del legno squassato. Tra i cardini divelti e le schegge pencolanti intravide il vecchio, seduto al camino, tranquillo.

<<Bastava bussare Vaclav>> disse senza voltarsi

<<Allora sai anche perchè sono qui>>

<<Per quello non avrei bisogno d' incantesimi. Niente ha valore qui, tranne una cosa>> Il vecchio si alzò sospirando e andò verso la nicchia scavata nel tufo che fungeva da libreria

<<Aspetta. Da giorni non sento i lupi ululare alle mie spalle, né i cervi bramire, o le lepri correre nelle tane. Solo la civetta si lagna al mio passaggio>>

Al vecchio scappò un sorriso malfermo. Sparì nel laboratorio e tornò col cadavere della lepre. La distese sul pavimento, le zampe divaricate, il ventre verso l'alto. Inginocchiato tese una mano verso Vaclav

<<Che vuoi?>>

<<Il tuo coltello>>

Il guerriero gli porse la lama. Il vecchio incise il grembo dell'animale partendo dallo squarcio sulla gola.
Infilò la mano sinistra dentro la lepre e ve al tenne per alcuni attimi, socchiudendo gli occhi.
Vaclav arricciò il naso e contrasse la bocca.

<<Sei ignobile. Conosci di sicuro metodi meno ignobili delle sevizie a un animale>>

<<Già morto. E poi – disse dipanando le viscere in tutta la loro lunghezza - perchè tanta fretta di prestarmi il coltello?>>

Silenzio

<<Hai smosso ire più grandi di te>>

<<Dimmi qualcosa che non so>> sibilò Vaclav all'orecchio del vecchio torcendogli il collo.

<<Due uomini cavalcano sul tuo stesso sentiero. Uno ha la pelle scura, porta molto oro e indossa vestiti fra il nero e il bianco>>

<<Grigi>>

<<Grigi,se così ti aggrada. L'altro ha tutto il corpo stretto nell'armatura più pesante che il tuo martello non colpirà>>

<<Non colpirà?>>

<<Io vedo le cose, non il loro perchè>> disse nascondendo il capo fra i capelli luridi.

Vaclav gli si accoccolò davanti

<<O forse me li stai nascondendo>>

<<Se conoscessi il perchè delle cose vivrei in un cimitero abbandonato?>>

<<Credevo ti piacesse>>

<<Il cimitero si, non che sia abbandonato>>

<<Ah-aha>>

<<Ah-ha>>

<<La mappa, adesso.>> Vaclav si rialzò, non gli piaceva fissare il volto del vecchio, macilento e decadente come il corpo con cui caracollava verso la libreria. Scorse le dita ossute fra le pergamene dai bordi sfaldati.

<<Sai benissimo dov'è, non prendere tempo>>

Il vecchio esitò un attimo, avvicinò le dita ad una pergamena, poi con uno scatto le spostò su quella accanto .
Vaclav gli sbattè il dorso della mano sullo zigomo e il vecchio crollò in un angolo.

Vaclav afferrò la pergamena scartata e la srotolò sul tavolo. Poi prese anche l'altra. Erano identiche.

<<Ho solo pensato di darti la copia fatta da me, anziché l'originale>>

Vaclav scorse il dito sulla copia. L'inchiostro era di un colore rossastro a differenza di quello originale, ancora di un nero intenso. Ghignò.

<<E' almeno la settima volta che qualcuno tenta d'ingannarmi con dell'inchiostro avvelenato sai?>>
Il vecchio chinò il capo, nascondendo il volto fra le mani, mentre Vaclav ripiegava la mappa e la infilava nel corpetto di cuoio.

Vaclav prese l'originale e lo distese sul tavolo, bloccandolo con alcuni oggetti.

<<Ecco apprestata anche la trappola per i segugi. Alla fine tuo trucco servirà a qualcosa>>

Il vecchio si alzò, e i due rimasero alcuni attimi l'uno di fronte all'altro, in silenzio.

<<In fondo a te che importa di morire?>>

<<Niente>> disse il vecchio voltandosi, e sedendosi davanti al camino a fissare il fuoco spento.

<<Vorrei solo aver provato a vivere, prima>> Ma fu un bisbiglio che Vaclav non udì, mentre lo sgozzava.

-----------------------------------------------
<<Tardi>>

Le due figure incombevano severe, appena visibili nella nebbia, nel vano della porta squassata. Le mascelle serrate, i volti oscurati dall'ombra delle cappe, osservavano muti l'interno. Erano vive? O pendevano in avanti sospese nell'attimo prima di accasciarsi morte?
Erano vive, perchè quando infine un cavallo nitrì, uno dei due cavalieri smontò. L' armatura stridette mentre con la mano destra si slacciava il pesante mantello di pelliccia. S'arrestò sulla soglia.

<<Tardi>>




<<Possibile che Vaclav abbia mandato a mente tutta la mappa?>> Corkan scorse le dita sulla pergamena ancora aperta sul tavolo.

<<No>>

<<E allora perchè l'ha lasciata qui?>>




<<Ha le dita della mano destra sporche d'inchiostro.>>

<<E non solo>> disse Malkom affiancando il chierico sul cadavere di Shilok <<Polvere sotto le unghie, giallastra per la mano sinistra, nera per quella destra. Ingredienti>>

<<Non usava i guanti?>>

<<Non questa volta. E i casi sono due, o era uno di quei maghi che credono di non poter essere colpiti dai propri incantesimi , o non gliene importava – si alzò - infatti - disse scrutando l'interno del calderone - il Blot. Un rito divinatorio>>

<<E possiamo intuire – disse Corkan addentrandosi nel laboratorio – cosa abbia visto>> Fermo al centro, osservò. Buio. Solo una candela, ultima di sei, si spegneva su un angolo del banco. Ve ne erano altre sparse per la lurida stanza a intervalli regolari, ma erano tutte spente.
Erano state spente, avrebbero potuto bruciare ancora. Tornò al cadavere e ne afferrò la mano sinistra.

<<I polpastrelli di pollice indice hanno segni di bruciature. Ha spento tutte le candele del laboratorio, lasciando accesa solo – disse dopo aver accompagnato Malkom nel laboratorio - questa>>

<<Cosicché noi avremmo notato proprio questo punto qui>>

<<Dove ha messo in bella vista tutto quello che ha usato oggi. Quindi ora tu capirai cosa ha fatto>>

<<Bene , dopo il Blot ha mischiato qualcosa in quest'altra bacinella. Quest' inchiostro, e queste due polveri, quelle che aveva anche sotto le unghie.>> Le mani di Malkom si muovevano con scatti e improvvise armoniche frenate, senza toccare niente.

<<Non lo so. Arei bisogno del suo tomo, ma – disse chinandosi sul banco – so per cosa ha usato questa pozione. Qui e qui ci sono due coppie di fori, con attorno dei filamenti giallastri. Pergamena. Una pergamena è stata fissata qui. Scommettiamo tre ghinee che gli ha rifilato una copia della mappa avvelenata?>>

<<Io non scommetto, e poi sarebbe stato più semplice lasciare un messaggio>>

<<Questo è un messaggio>>

<<Pericolosamente indecifrabile>>

<<Esatto, ma a Shilok che questo mondo vada in rovina non doveva dispiacere poi tanto, e ha lasciato un margine d'incertezza>>

<<Rovina?>>

<<Si. Questa – Malkom era tornato nella stanza principale - è una mappa degli accessi al mondo dei Morti. Ne ho viste diverse, ma questa è particolare. C'è segnato un accesso che non è presente sulle altre - Malkom fece scorrere il dito fino a un punto segnato da una macchia d'inchiostro allungata - ora, sapendo che Vaclav è adirato per la scomparsa di Lilian, non è strano pensare che cerchi un modo di riportarla in vita>>

<<Sarebbe anche un modo di affermare la sua superiorità addirittura nei confronti degli dei. Se quel modo esistesse>>

<<Esiste, perchè in fondo a questo accesso si trova la Camera del Canto.>>

<<Una leggenda>>

<<Noi necromanti tendiamo a crederci>>

<<E se anche fosse, Vaclav non ha pensato che liberando il Canto non riporterebbe sulla terra solo Lilian ma anche tutti coloro morti dalla creazione ad oggi?>>

<<E tu non hai pensato che forse non gliene importa niente?>>











<<Perché un'informazione così importante era affidata ad un uomo e ad un luogo così miseri?>>

<<Trucco vecchio come il mondo. Nascondi qualcosa in un posto dove nessuno la cercherebbe mai. La mia balia diceva di nascondere l'oro nel porcile o nella stalla>>

<<Non ha funzionato. La tua balia si sbagliava >>

<<Davvero? Vaclav è il più forte, coraggioso e scaltro fra gli eroi, ma non il più intelligente. Prima di arrivare qui ha assaltato una gilda di maghi, la biblioteca di un tempio, un monastero. Tutti difesi da fior di guerrieri, maghi, chierici. Se alla fine c'è arrivato anche lui, non vuol dire che la mia balia avesse torto>>

<<E ora dove stai andando?>> Malkom con uno strattone aveva deviato il cavallo dalle pietre della strada, indirizzandolo nel folto del bosco.

<<Dal Drago>>

<<Ignoro cosa tu voglia dire, ma le tracce di Vaclav proseguono sulla strada>>

<<Questo perchè lui, come te, ha trascorso più tempo fuori che dentro le biblioteche ed ignora perciò l'esistenza di questo sentiero per la tana del Drago >>

<<Ma noi cerchiamo la Camera del Canto e non la tana del Drago>>

<<Ma per Vaclav raggiungere la prima senza essere prima passato dalla seconda sarebbe inutile, quindi se noi arriviamo prima di lui al Drago possiamo fermalo prima e prima tornare alle nostre quotidiane occupazioni>>

<<E perchè sarebbe inutile?>>

<<Di nuovo, fermati a parlare con qualche vecchio cieco se capita, sono i migliori per le vecchie leggende. Sapresti quindi che Colei che Canta è imprigionata in un uovo di Drago, unica cosa capace di fermare la sua voce, e , ma questo me lo disse

<<La tua balia>>

<<No fu un mercante di pietre false a dirmi che solo una scaglia del Drago può rompere un uovo del Drago>>

<<Te ne rendi conto vero?>>

<<Di cosa?>>

<<Che dobbiamo evitare al mondo la distruzione e ci stiamo muovendo solo in base a vecchie leggende, mezze frasi di ciechi ubriaconi, ciarlerie di strada?>>

<<E tu ti rendi conto di non avere altra scelta? Se non fosse per queste leggende e mezze verità non sapresti neanche cosa cercare. Seguiresti le tracce di Vaclav massacro dopo massacro e arriveresti troppo tardi, sempre troppo tardi. Ringrazia di avere con te chi certe storie s'è fermato ad ascoltarle e imbocca questo sentiero>>


<<Malkom>>

<<Cosa c'è ancora?>>

<<Non c'è nessun sentiero lì>>


Il mago scoppiò a ridere e spronò il cavallo.




<<Perché affili la spada Corkan?>>

<<Tu piuttosto, perchè non studi i tuoi incantesimi – disse il chierico studiando la lama alla luce del fuoco – dobbiamo affrontare un Drago>>

<<Non dobbiamo affrontare un Drago>>

<<Perché non dici mai tutto in una volta sola?>> Il chierico girò di scatto la spada e un riflesso ,dal fuco, colpì Malkom negli occhi.

<<Perché se scoprissi che non posso fidarmi non avrei rivelato tutto ciò che so al mio interlocutore. Comunque>>

<<Comunque nemmeno ciò che mi dirai adesso sarà tutto ciò che sai>>

<<No>>

<<E se ti minacciassi?>>

<<Scoprirei che non posso fidarmi di te. E adesso toglimi questa luce dagli occhi – disse il mago rimasto impassibile fine ad allora – come dicevo, non ti servirà la spada contro il Drago. Basterà parlargli>>

<<Per dirgli cosa?>>

<<Il motivo per cui ti serve una delle sue scaglie>>

<<Il Drago è stupido?>>

<<Secondo te?>>

<<Allora? Per rompere una delle sue uova>>

<<Un altro motivo per cui non ti dico tutto forse è perché non sei abbastanza intelligente >>

<<Si? Potrei dirti quante scaglie ha il Drago senza saperlo>>

<<Sentiamo>>

<<Due>>

<<O una>>

<<Io dico due>>

<<Perché?>>

<<Perché altrimenti no avresti perso tempo a spiegarmi come ottenere una scaglia>>

<<Cosa che non ho ancora fatto>>

<<Parlando>>

<<E dicendo cosa?>> Un attimo di silenzio. Solo il fuoco che tambureggiava sul legno. Poi Corkan abbassò la spada, togliendo la luce dagli occhi di Malkom.

<<Perché vogliamo una scaglia>>

<<Dovresti sap...questa non è una domanda>>

<<No. E' quello che dovrai dirgli>>

<<Tutto qui?>>

<<Hai idea di quanto le ragioni umane possano sembrare futili al Drago?>>




Il fuco si stava assopendo.

<<E adesso perchè fissi le braci?>>



Vaclav si svegliò d'improvviso, ma non aprì gli occhi, non mosse un muscolo.
Qualcosa gli colava sul mento.
“Bava. Foresta infestate di ragni. E uno sull'albero sopra di me”. Nel pugno stringeva ancora la mappa di Shilok , arrotolata. La lasciò e tese la mano verso l'asta del martello. Lentamente, vi snocciolò attorno le dita.
Poi fu un balzo. In ginocchio, scatto in avanti, due rapide falcate e il maglio s'abbatté sul tronco schiantandolo.
L'albero s'incrinò, vacillò, infine crollò al suolo. Contratto, il martello in pugno, Vaclav attese che il ragno fuggisse dal suo nido distrutto per schiacciarlo al suolo.
Ma trascorsero lunghi attimi e niente accadde.
Solo quando una tosse riarsa gli fece credere di avere una serpe al posto della gola e di nuovo qualcosa gli colò sulle labbra, si toccò il mento.
Sangue.


“Per vedere l'altro sentiero, quello percorso da Vaclav” pensò Malkom. Ma non lo disse.



La valle era riarsa e gelida. Il vento raschiava senza requie le strette rupi grigie attorno, sfaldandole in milioni di selci depositate poi sul fondo, dove l'ombra non se ne andava mai.


<<Dove?>> chiese Corkan. Malkom si sfilò il guanto della mano destra e portò due dita unite sotto la lingua. Un fischio, un sibilo saettò nella valle.
Dopo un attimo d'attesa, da dietro le rupi s'alzò una moltitudine interminabile di aquile e avvoltoi Puntarono vertiginosi verso il sole, una nube destinata ad oscurarlo, poi, come richiamati da un filo arrivato alla massima tensione, s' abbatterono in picchiata, scomparendo nell'ombra.
A fatica ne riapparvero minuti dopo come un schiuma traboccante. Dapprima solo i loro battiti d'ali, sfumati sul limitare fra luce ed ombra, tese nello sforzo immane di sollevare la testa e la coda del Drago.
Alcune cadevano morte, il cuore schiantato dallo sforzo.
Infine posarono l'immane cranio del Drago sul pietrisco. Accanto cadde la coda.
I volatili rimasero appollaiati lungo tutto il corpo del Drago, come pipistrelli su una cupola capovolta.

<<Perdute le scaglie, il Drago s'è rifugiato dove il sole non può bruciare la sua carne. >>

<<Avevo ragione. Due scaglie>> disse Corkan alzando lentamente la mano con l'indice puntato.

Il corpo bianco, molliccio del Drago aveva solo due chiazze di colore violacee, nerastre. Una fra gli occhi vitrei, l'altra quasi al termine della coda.

Malkom smontò da cavallo e scivolando prese a scendere. Corkan non si mosse.

<<Che c'è?>>

<<La verità è che pur ammettendo che sia valido, abbiamo un solo motivo per desiderare una scaglia del Drago. E siamo in due>> disse il chierico. Raggiunse Malkom sul sentiero. Lo affiancò e piantò i suoi occhi nei suoi.

<<Tu non mentirai a quell'essere - Malkom tacque - vero?>>

<<Non mentirò>>


Il respiro del drago era tenue, solo osservando attentamente Corkan vide le piccole pietruzze scivolare sotto il ventre della bestia.
La testa del Drago proiettava un'ombra ulteriore, in cui i due entrarono quasi sgusciando. Ma la bestia non dette alcun segno di essersi accorta di loro.
Senza voltarsi Malkom poggiò una mano aperta sul petto di Corkan, fermandolo.
Il mago scivolò fin dove la testa del Drago reclinava sul terreno . Fra le corna più piccole, a fianco dell'occhio destro, s'apriva un foro ridicolmente piccolo. Malkom raccolse alcune pietre più grandi e le usò per portarsi fino a quell'altezza.
Mentre posava l'ultima pietra, si udirono dei passi.
O meglio, rumore di una frana. Ghiaia e schegge grondarono fin sui piedi di Corkan.
E infine apparse Vaclav.
Con uno scatto quasi meccanico Malkom si voltò a piantargli gli occhi negli occhi.
Come comandati, tutte le aquile e gli avvoltoi girarono inesorabili centinaia di pupille giallastre su Vaclav .
L'eroe snocciolò le dita sull'asta del martello, portandovi anche la seconda mano. Tese i muscoli, gonfiando il collo.
Il più vicino era Corkan.
Il chierico teneva il capo chino , il mento sul gorgiera dell'armatura, le mani giunte sul ventre.
Vaclav digrignò i denti. Fece un passo.
Corkan aprì gli occhi, guardò Vaclav e, lentamente, scosse la testa.
Vaclav dilatò le pupille, fremette. Poi abbassò il martello. Rilassò i muscoli. Si sedette.
Corkan tornò a pregare, mentre Malkom accostava le labbra all'orecchio del drago iniziando a bisbigliare. Il vistano non smise mai, parlando a lungo, di sorridere, facendo rifulgere i denti d'oro, e di muovere le mani.
Infine s'acquietò . Una folata di vento gelido spazzò la pietraia.
Quattro sagome nere si staccarono dal Drago e volarono fin sulla coda, abbrancando coi rostri la scaglia. Col rumore di uno scarpone risucchiato dal fango, la strapparono dalla carne flaccida.
Poi con un volo incoerente la depositarono ai piedi del mago. Tre di loro spiccarono ancora il volo, il quarto caracollò sulle zampe fragili, poi, dischiudendo appena il becco e contorcendo le ali, franò in un frusciar di piume, morto.
Malkom discese, raccolse con fatica la scaglia. Mentre con una fune la legava alla schiena, Corkan si accostò al Drago. Tolse l'elmo alato e sempre con la sola mano destra lo depositò ai piedi delle rocce.
Raggiunto l'orecchio del Drago pronunciò brevi, secche parole , il braccio disteso, il palmo della mano aperto. Finito tornò a chinare il capo.
Il vento non s'alzò. Aquile e avvoltoi tacquero indifferenti. Corkan senza alzare lo sguardo da terra scese dall'improvvisato palco e s'allontanò restando con le spalle volte al Drago.
Vaclav s'alzò quasi inciampando e rovinando al suolo, salì sulle pietre con balzo e
<<Devo riportare in vita la donna che amo>> gridò.
Il vento. Le aquile, gli avvoltoi. Il rumore di fango,l'ennesima carcassa. Così l'ultima scaglia lasciò il corpo del Drago.
Vaclav la raccolse e assicuratala anche lui alla schiena, iniziò una corsa selvaggia vero la cresta della valle.
Malkom si gettò all'inseguimento, subito seguito da Corkan. Schivarono le pietre che Vaclav gli lanciava, e quando raggiunsero la cresta della valle lo avevano quasi raggiunto.
Allora Malkom si fermò. Non era esausto, semplicemente si era voltato ad osservare la valle.


<<Che stai facendo?>> gridò Corkan voltandosi verso il mago, mentre Vaclav balzava a cavallo fuggendo nella selva di arbusti rinsecchiti.


<<E' inutile – disse Malkom mentre le sue parole eclissavano il galoppo del cavallo sempre più lontano – non puoi rubare la scaglia la suo legittimo possessore. Ogni scaglia serve a distruggere un uovo, vuol dire che per ogni scaglia è stato generato un uovo. Ma ogni uovo contiene un figlio del Drago. E ogni figlio è guardiano della Legge del Drago. E la Legge prevede che se qualcuno sottrae una scaglia al suo legittimo possessore, tutti i Figli del Drago daranno la caccia all'autore del furto fino ad ucciderlo>>


<<E allora perchè correvi?>> disse Corkan piegato sulle ginocchia a riprendere fiato

<<Perché il Drago, perduta l'ultima scaglia...>>Tutte le aquile e gli avvoltoi s'alzarono in volo gracchiando all'unisono e fu impossibile udire la fine della frase.
La terrà tremò, scaraventando a terra i due. Strisciando, Corkan si trasse con la testa oltre l'orlo della valle.
Risucchiata dal ventre stesso del terra, la mole amorfa del Drago si stava ripiegando su stessa e pareva volesse trascinare in quel gorgo l'intera valle, l'intero mondo.
La flaccida schiena del Drago si spezzò nel mezzo e il cranio la coda si arcuarono verso il cielo. La carne della bestia ormai non era più solida, ma un liquido grasso e molliccio, ribollente come acqua in ritirata da un piena.
I massi rotolavano fino a inglobarsi con un risucchio in quel magma freddo, le ossa affogate nella carne si spezzavano imitando il rumore dei tronchi infranti nella boscaglia attorno.
Tutto cadeva, rovinava, moriva.
Un ultimo spasmo e uno schianto, il Drago svanì e restò solo una crepa colma di oscurità.
Le aquile e gli avvoltoi, rimasti fino ad allora silenti a volare in ampi cerchi sopra il fragore di ogni cosa , cacciarono un grido stridente e come un nugolo i mosche calarono nella crepa.
Rimbombando, stridii, frusciar d'ali e di piume, cozzar di becchi e rostri spiccavano dallo squarcio. Poi i primi rapaci apparvero, le penne incrostate di sangue, trascinando negli artigli brandelli di ciò che era il Drago. Uno ad uno riemersero, si aggrapparono alle rupi spezzate a divorarne le carni.

<<...muore. Perduta l'ultima scaglia il Drago muore.>> sospirò Corkan, gettandosi disteso sulla schiena e chiudendo gli occhi.





<<Non preoccuparti. Il tempo è dalla nostra>> disse Malkom risalendo a cavallo con un balzo

<<Non vedo come>> Lento, anche Corkan si issò sul destriero.

<<Non vedi perchè non osservi. Vaclav aveva il mento sporco di sangue>>

<<E allora?>>

<<Ascolta>> Lontano nel silenzio delle rocce echeggiò il rumore come di un piccolo tuono.

<<Tosse. Tossisce sangue. L'inganno di Shilok fa effetto. Vaclav sta morendo>>







<<Le chiazze di sangue si fanno sempre più frequenti>>

<<Guarda là – disse Malkom indicando un punto in cui la terra smossa indicava che il terreno era stato scavato – ha mangiato una radice sperando lo guarisse>>

<<Accelerando lo raggiungeremo>>

<<E per far che? Ormai ci conviene lasciar progredire la malattia il più a lungo possibile>>

<<Sperando lo uccida al posto nostro>>

<<Il vita non è così beffarda>> ghignò Malkom




Nella foresta iniziò a cadere la pioggia. Per giorni nessuno parlò. Vaclav, Malkom, Corkan, tutti avanzavano a capo chino, scrutati dalle bestie acquattate nelle tane.
Infine, in prossimità d'un albero morto Vaclav vide aprirsi una buca nel terreno.
Perfettamente circolare, circondata d'erba soffice. Un salto verticale di alcuni metri poi un tunnel.
Vaclav rantolò in preda a un attacco di tosse. Quando fu cessato, si calò.
Poco dopo Malkom cadde sullo stesso suolo. Corkan lo aveva aiutato a calarsi, ma d'un tratto aveva lasciato la presa.


<<Malkom – disse Corkan fissandolo dall'alto– se io ho detto la verità e non ho ottenuto la scaglia, tu cosa hai detto?>>

<<Ciò che serviva>>Rispose calmo il mago rialzandosi e sparendo d'un colpo. Sembrò al chierico avesse lanciato uno dei suoi incantesimi, invece d'aver fatto un semplice passo.

L'avanzata nel tunnel fu più cupa della foresta, nel buio assoluto, la terra fredda stretta fin sugli zigomi e le anche.
Dopo un tempo incerto apparve però un bagliore tenue, emesso da un guscio ovale, latteo, alto più del doppio d'un uomo e incastrato obliquamente nella terra tetra.
Nel suo effimero circolo di luce, piegato sulle ginocchia, Vaclav arrancava, trascinando il martello sui cui con una corda, in modo grezzo, aveva fissato la scaglia del Drago.
Malkom affrettò il passo fino a mettersi fra lui e il guscio.
Corkan si fermò poco prima alle spalle di Vaclav
Il silenzio durò i secondi in cui Malkom scrutò l'interno dell'uovo. Una lieve opalescenza permetteva solo di vedere due forme confuse. L'una sospesa da terra, il capo reclinato all'indietro le braccia spalancate, l'altra seduta il mento poggiato sul pugno chiuso.


<<Sembrano lontani millenni. Nessuno sa da dove venga. Nessuna leggenda parla di lei prima che il Re dei Morti se ne innamorasse sfidando i suo fratelli. Com'è possibile?>>

Silenzio

<<Se fosse stato il suo stesso canto a generare tutto? >>

<<Non è possibile – disse perentorio Corkan – non sarebbero esistite neanche le uova del Drago capaci di imprigionarla>>

<<E se fossero esistite imprigionare il suo canto avrebbe interrotto la creazione, lo so. Ma tutto ciò manca di poesia. Pensa Corkan, la Morte che s'innamora della forza creatrice.>> Malkom quasi schiacciò il naso sul guscio, gli occhi umidi d'un bambino goloso.

Un scoppio di tosse, un tuono rinchiuso. Sangue sul terreno.
Malkom si voltò di scatto, severo, il volto irrigidito.


<<Ora, Vaclav, hai un problema. Perché tu stai morendo>>

<<Il vecchio necromante>>

<<Già, quante vole hanno tentato di ingannarti col trucco dell'inchiostro avvelenato?>>

Vaclav rise, sputò sangue.

<<Nessun altro segno. Non sono debole, non perdo la vista, non si aprono pustole virulente sulle mie carni.>>

<<Non è così che dovrebbe comportarsi un necromante, lo ammetto.>>

<<Forse tu puoi fare qualcosa>> Vaclav scorse le dita sull'asta del martello.

<<Si posso sparire da un momento all'altro e il tempo che tu ci impiegheresti a trovarmi sarebbe di gran lunga superiore a quello che la morte ci impiegherà a trovare te. No, la verità Vaclav è che tu stai morendo>>

<<Stiamo tutti morendo>>

<<Smettila. Tu stai morendo adesso. E ciò rende inutile ogni tuo sforzo, perchè se tu morissi dopo aver spezzato l'uovo, … tornerebbe in vita, ma tu saresti morto >>

<<Potresti attendere di morire e rincontrarla nell'Ade. Sareste all'inferno, ma insieme almeno>>

Vaclav sputò

<<Saremmo solo delle ombre. Mentre se distruggessi l'uovo il canto riporterebbe in vita anche me>>

<<E' una possibilità, perchè non tenti?>>

<<Perché mi stai ingannando>>

Ci fu silenzio. Le labbra di Vaclav si macchiarono ancora di sangue. Crollò a terra. Malkom fece un passo verso di lui, ma l'eroe si tirò in ginocchio, poggiandosi sul martello.

<<Allora davvero non mi resta che morire?>> Corkan credette di scorgere una lacrima scendere fino allo spigolo della bocca e mischiarsi col sangue fra la barba ispida.

<<Si>> sussurrò Malkom allungando una mano a sottrargli il martello.

<<Troppo in fretta Malkom, troppo in fretta>> masticò Corkan avvicinandosi a passi decisi verso i due. Poi lo vide, un ghigno sul volto di Malkom. Il dente d'oro del vistano splendette per un attimo nell'oscurità.

<<No>> ma non c'era più tempo. Vaclav fissava il mago, aveva smesso di tossire di sputare sangue. Aveva capito, intuito l'inganno del vistano.

Corkan estrasse la spada la fece roteare sopra la testa la scagliò verso Vaclav. L'eroe sbarazzatosi di Malkom stava balzando contro il guscio brandendo il martello. A un passo di distanza la spada lo trapassò nel basso ventre.
Vaclav crollò come una marionetta dai fili recisi, ma il martello, pur smarrita la guida, volò, fino a impattare col guscio.

Fu un attimo sospeso, poi la parete bianca si frantumò divenendo polvere. Il canto trafisse dolente le
anime dei tre presenti. Ma fu solo un attimo , e cessò.
Fulmineo il Re dei Morti s'era alzato estraendo il suo pugnale d'ossidiana e aveva reciso la gola alla donna. Quando gli cadde ai piedi, chinò il capo e chiuse gli occhi.




<<Avevo ragione, mi stavate ingannando. Non tornerò in vita. Il canto è finito>> rantolò Vaclav. Ridendo

Il Re dei Morti uscì dal circolo ormai inesistente e si chinò sul Vaclav

<<Era parte della leggenda Vaclav. Per mantenere in vita la donna che amava , il Re dei Morti dovette giurare ai suoi fratelli di ucciderla non appena il suo Canto si fosse liberato>> Mentre Malkom parlava a fatica, Corkan sfilò dolcemente la spada dal ventre dell'eroe.

<<Così hai fallito anche tu. Perché non mi hai detto subito cosa sarebbe accaduto?>>disse Vaclav mentre il Re ne alzava, ghermendolo per i capelli, il corpo morto come un fantoccio

<<Avresti solo pensato che ti stavamo ancora ingannando>>

<<O forse no. La verità è che ti sei spinto troppo oltre nei tuoi giochi di parole, necromante. Io non sono un Drago>>

Il Re fece alcuni passi. Poi si voltò. L'involucro flaccido che era stato Vaclav fremette fin quasi a sciogliersi.
Il Re parlò.

<<Voi. Prendete il mio pugnale – scagliò la lama d'ossidiana al suolo – Usatelo per ricondurrete all'Ade tutte le anime fuggite oggi. Vi dovesse richiedere il tempo di settemila vite, io vi concedo quel tempo. Solo allora restituirò a voi la morte e a quest'uomo la vita>>

La caverna terminava in un baratro colmo d'oscurità .Terminate le parole, il Re vi si lasciò cadere.

<<Così neanche allora Vaclav si riunirà con Lilian>>

<<E appena tornato fra i vivi, verrà a cercarci per vendicarsi>>

<<Non abbiamo risolto niente>>

<<Niente>>




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Messaggio  Çorkan il Bianco Lun Ott 24, 2011 1:37 pm

ahahahahhahahahahaha!

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Messaggio  Kenzo Mer Ott 26, 2011 12:27 am


vedi, alla fine lo ammetti che Corkan è un doddo!
mi sa che non ho tanto capito il finale, ma gran bel racconto.

ciao sono Malkom con la Kappa che fa il figo con Corkan con la Kappa... funziona per forza
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Messaggio  Çorkan il Bianco Mer Ott 26, 2011 11:20 am

Kenzo ha scritto:

mi sa che non ho tanto capito il finale, ma gran bel racconto.

ciao sono Malkom con la Kappa che fa il figo con Corkan con la Kappa... funziona per forza

kazzo ma questo è un problema.
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Messaggio  prototipoli Ven Nov 18, 2011 11:48 am

Cari amici scacciafica e assatanati,
ecco un telefilm che promette...
Ambientazione fantasi (girato in Scozia, Irlanda e Malta), con Sean Bean, vari volti ignoti e un nugolo di topa...
Tette e culi al vento...
La cosa buona è che è una buona produzione tratta dal primo volume di Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R Martins (evidentemente se hai due ERRE puntate nel nome devi scrivere romanzi fantasy).
La HBO parla di una seconda stagione in preparazione... Megavideo propina la prima con sottotitoli per voi ignoramuses e Sky la trasmette in italiano...
Ripeto: setting buono (quango non c'è l'effetto "terra lontana lontana ai confini del mare") gente che pipa un monte e sangue... Sono al terzo episodio e mi fa fatica fare la sinossi, guardate qui sotto per la sinossi
http://en.wikipedia.org/wiki/Game_of_Thrones
e qui sotto per i link a megavideo
http://italia-film.com/telefilm/12285-game-of-thrones-subita-serie-tv-streaming.html
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IL FILM/LIBRO/ALBUM CHE HO LETTO/ASCOLTATO/VISTO - Pagina 5 Empty Re: IL FILM/LIBRO/ALBUM CHE HO LETTO/ASCOLTATO/VISTO

Messaggio  Çorkan il Bianco Ven Nov 18, 2011 4:08 pm

prototipoli ha scritto:Cari amici scacciafica e assatanati,
ecco un telefilm che promette...
Ambientazione fantasi (girato in Scozia, Irlanda e Malta), con Sean Bean, vari volti ignoti e un nugolo di topa...
Tette e culi al vento...
La cosa buona è che è una buona produzione tratta dal primo volume di Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R Martins (evidentemente se hai due ERRE puntate nel nome devi scrivere romanzi fantasy).
La HBO parla di una seconda stagione in preparazione... Megavideo propina la prima con sottotitoli per voi ignoramuses e Sky la trasmette in italiano...
Ripeto: setting buono (quango non c'è l'effetto "terra lontana lontana ai confini del mare") gente che pipa un monte e sangue... Sono al terzo episodio e mi fa fatica fare la sinossi, guardate qui sotto per la sinossi
http://en.wikipedia.org/wiki/Game_of_Thrones
e qui sotto per i link a megavideo
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Ricordo di aver letto il primo libro della serie, che non mi piacque un granchè a dire il vero. Della serie avevo visto i trailer su schai, in effetti non pareva proprio i' diavolo...
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